Funny Or Die, dopo la comicità pronto a sfondare nel gaming

Quello che sta facendo Funny Or Die, l’avventura online rafforzata, finanziata e concepita anche dall’attore Will Ferrel, potrebbe essere d’esempio per tutti.

Il sito sta infatti guadagnando sempre di più in visite e visibilità grazie alle continue iniezioni di video umoristici prodotti professionalmente, il primo dei quali è stato The Landlord (fatto proprio da Will Ferrel), tanto che punta ad espandersi in altri ambiti, primo fra tutti il gaming.

La struttura del sito fin dalla sua nascita (un anno fa) è rigidamente meritocratica: i video sono presentati in base al gradimento e quelli che non fanno ridere finiscono in fondo alla lista o addirittura fuori (da cui il nome del sito).

Tanto sembra andar bene (sulla carta) Funny Or Die che in Dicembre ha ricevuto un finanziamento non male da 15 milioni di dollari e sempre di più gli sponsor premono per mettere delle pubblicità mirate sui contenuti prodotti professionalmente (che sono chiaramente i migliori nonchè i più richiesti).

Adesso dunque la società mira ad espandere il franchise, esportando il modello ad altre aree o semplicemente adattandolo a realtà più di nicchia, anche se però il successo non è sempre replicabile. Per esempio la sua versione adattata al pubblico degli stati del sud, Blue Collar or Die non fa faville.

Tuttavia la vera novità su cui la direzione sembra voler puntare è una divisione dedicata al gaming, il cui funzionamento però ancora non è chiarissimo.

I dettagli sono stati volutamente tenuti nascosti, Ciò che è trapelato è che non si tratterà di un sito dove effettivamente poter giocare e questo perchè, secondo il CEO Dick Glover una cosa simile limiterebbe il range di possibili partner commerciali nonchè pubblicitari. L’obiettivo invece è proprio poter dare vita a qualcosa che sia interessante per tutte le categorie di giocatori.

Probabilmente ci si fa forza sull’idea di un gaming allargato, un trend che è stato letteralmente creato dal nulla da Nintendo Wii (che ancora ci campa) e che però difficilmente è esportabile, poichè risiede più nel modo in cui si gioca rispetto a ciò a cui si gioca.
Glover parla infatti di diverse categorie di giochi che vanno da Pac Man ad Halo 3, individuando appunto in Pac Man (o nel casual gaming direbbero i più esperti) la categoria dei meno avvezzi al gioco, cosa che è solo parzialmente vera.

Non è dunque chiaro cosa intenda fare Funny Or Die sul terreno del gaming, come poter proporre contenuti interessanti per tutti senza offrire i giochi e soprattutto non è chiaro perchè abbia scelto proprio quel settore (o meglio al momento si può ipotizzare solamente che l’abbia fatto perchè è uno dei più floridi oggi). Non sembra che abbiano le idee chiarissime ma sono sinceramente speranzoso che proprio degli outsider che sanno di essere tali possano portare una ventata di novità nel mondo del gaming non giocato.

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