Gli sviluppatori criticano i private framework iPad

Gli sviluppatori non gradiscono il modo in cui Apple differenzia le funzioni disponibili internamente e quelle disponibili al pubblico: le applicazioni sviluppate da terzi risultano infatti meno appetibili rispetto a quelle della casa madre
Gli sviluppatori non gradiscono il modo in cui Apple differenzia le funzioni disponibili internamente e quelle disponibili al pubblico: le applicazioni sviluppate da terzi risultano infatti meno appetibili rispetto a quelle della casa madre

Ci sono due modi per programmare per iPad: o si è uno sviluppatore, o si è uno sviluppatore Apple. Nel primo caso si ha accesso alle API pubbliche, dalla cui documentazione è possibile apprendere funzioni autorizzate ed utili per creare l’interfaccia della propria applicazione. Nel secondo caso si ha a disposizione un range maggiore di opportunità e pertanto anche una maggior disponibilità di funzioni. Ma questa discrepanza di trattamento non è particolarmente gradita nell’ecosistema dei developer.

Si chiamano “private framework” e rappresentano il vero gap tra le API pubbliche e quelle private. Le applicazioni create da Apple fanno riferimento ai secondi, mentre le API pubbliche sono lasciate agli altri adducendo la necessità di tenere sotto controllo le funzioni utilizzate sull’iPad. A farsi capofila della critica nei confronti di Cupertino è Marco Arment, sviluppatore a capo del progetto Instapaper: secondo Arment la fruizione di API pubbliche mette gli sviluppatori nelle condizioni di cittadini di serie B, il cui accesso a strumenti spuntati permette soltanto la creazione di applicazioni di valore ridotto. Quel che adduce il teorema è una vera e propria concorrenza deviata tra Apple e gli sviluppatori, tale per cui l’azienda si pone un gradino più in alto differenziando così facilmente la propria offerta dalle rivali.

La dimostrazione giunge nel giro di poche ore: l’applicazione Web Album HD (per la consultazioni di immagini salvate su Picasa Web) è stata rifiutata.

Come si può visualizzare sul video di presentazione, l’apertura degli album tramite l’applicazione era pensata tramite la funzione di zoom con cui una directory può essere aperta allontanando i polpastrelli di due dita. Tale funzione, però, è a quanto pare riservata. Quel che Apple può fare con il proprio software di visualizzazione delle immagini, insomma, sarebbe vietato a Web Album HD impedendo così a quest’ultima applicazione di combattere ad armi pari per essere scelta ed acquistata dagli utenti. L’applicazione, una volta sottoposta al vaglio della commissione a monte dell’App Store, è stata respinta ed un errore nella mail di risposta sembra configurare una situazione ripetuta per più applicazioni, più idee e più sviluppatori.

Lo zoom su Web Album HD sarà possibile con semplice “tap”, impedendo però lo zoom a due dita che potrebbe fare la differenza, estetica e funzionale, tra il flop ed il successo. Arment sottolinea come iBooks faccia pesante uso di funzioni non documentate, tutto materiale che gli sviluppatori vorrebbero avere a disposizione per le proprie creazioni. Ma che Apple, per ora, nega.

Update
È stato presentato, nel frattempo, iPhone OS 4.0

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