BitTorrent e lo streaming a Gaza

Le tecnologie peer to peer da anni vengono sviluppate con l’intenzione di “scavalcare muri e confini“. Che sia la distanza fra due file sharer, la resistenza di un ISP o, va detto, il tentativo delle forze dell’ordine di far rispettare la legge, per qualsiasi ostacolo è sempre presente una soluzione, e a volte più di una.

Si scavalcano muri e confini informatici, ma anche reali, solidi, ricchi di storia e conflitti come quelli che hanno fermato invece un giovane regista palestinese, impedendogli di andare in Norvegia a partecipare a una mostra di film. Inutile raccontare, in questa sede, i motivi per cui al giovane autore di “Ticket From Azrael” sia stato negato il permesso di lasciare il proprio paese.

La pellicola in questione è ambientata a Gaza e viene descritta come:

Una dettagliata descrizione di come un’intera nazione provi disperatamente sopravvivere.

In maniera estremamente paradossale, non è che il racconto di una fuga da Gaza, attraverso un sotterraneo scavato in direzione dell’Egitto, con la speranza di superare i “muri” israeliani.

Questi stessi “inviolabili” muri sono stati, invece, superati dal banalissimo protocollo BitTorrent. I ragazzi della NUFF, la mostra cinematografica, hanno infatti trasmesso i loro spettacoli in rete con un particolare sistema streaming basato sul celebre sistema P2P.

In questo modo, a tutto il mondo è stato concesso il privilegio di assistere alla proiezione dei film; tutto il mondo, compresa, chiaramente, la striscia di Gaza. A volte le tecnologie “pirata” riescono a fare qualcosa anche laddove governi e movimenti politici hanno fallito miseramente.

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