Facebook: le notizie più condivise nel 2011

Facebook ha rivelato i 40 articoli più condivisi dell'anno. Yahoo, CC e New York Times al top, tra Giappone, Steve Jobs e notizie virali.
Facebook ha rivelato i 40 articoli più condivisi dell'anno. Yahoo, CC e New York Times al top, tra Giappone, Steve Jobs e notizie virali.

Terribili disastri, la scomparsa di Steve Jobs, ma anche piccole notizie curiose e video virali. La classifica degli articoli più condivisi su Facebook è meno pop di quanto si potrebbe pensare e premia le testate più blasonate.

È un filotto di Yahoo, con 13 notizie, CNN (11), New York Times e Huffington Post (7 a testa) l’elenco dei 40 articoli più condivisi nel 2011 su Facebook. A riprova del carattere complesso e stratificato del social network, dove si diffondono molte bufale, è vero, ma alla fine la reputazione e la curiosità di centinaia di milioni di lettori hanno la meglio.

Al primo posto tra gli articoli più condivisi su FB si trova l’ormai celebre foto satellitare del New York Times sugli effetti devastanti dello tsunami giapponese. Ma nell’elenco si scovano, in posizioni molto rilevanti, anche articoli più leggeri, divertenti, che hanno avuto la fortuna di diventare trend topic, come gli speciali della CNN sulla terribile moda delle ragazze di oggi, oppure, per restare in tema, il bellissimo servizio sulla sofferenza degli insegnanti quando devono parlare coi genitori dei loro allievi.

Tra cronaca nera e articoli di riflessione sociale, anche pezzi teneri, come la celebre conversazione gutturale di due gemellini, diventato cult su YouTube, oppure il memorabile ballo tra una giovane sposina afroamericana e suo padre.

I pezzi di opinione, con un bel “Why” oppure “How” nel titolo, piacciono molto: articoli che provano a spiegare, con un po’ di umorismo ma anche scientificità, le grandi domande della vita. Come si approccia una ragazza? Oppure: per quale motivo le ragazze restano senza marito?

Lo stesso Facebook è protagonista di questa classifica, con l’articolo della CNN sulle novità del social network, anche se già all’epoca non mancava chi esprimeva molte perplessità.

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