Zune, il fallimento spiegato da Robbie Bach

Robbie Bach, responsabile del progetto Zune, parla degli errori commessi e delle ragioni che hanno spinto Microsoft al suo abbandono.
Robbie Bach, responsabile del progetto Zune, parla degli errori commessi e delle ragioni che hanno spinto Microsoft al suo abbandono.

Zune appartiene ormai al passato di Microsoft. La società di Redmond ha annunciato ufficialmente l’abbandono di uno dei suoi marchi storici con l’avvento del nuovo sistema operativo Windows 8. Ma quali sono i motivi per i quali il brand non è mai riuscito ad affermarsi, nonostante gli importanti investimenti e l’arrivo sul mercato di alcuni dispositivi realizzati ad hoc? A spiegarlo è Robbie Bach, negli anni scorsi responsabile del progetto.

Intervenuto nel corso di un evento andato in scena a Seattle e dedicato all’imprenditoria, Bach esprime il suo punto di vista sulle ragioni che hanno portato al fallimento di Zune. Tra queste hanno giocato un ruolo primario la concorrenza troppo forte da parte dei prodotti della mela morsicata (il primo lettore musicale di Microsoft debuttò nel 2006, cinque anni dopo l’iPod di prima generazione) e una strategia di marketing poco efficace.

L’industria musicale non ne ha compreso le potetenzialità, abbagliata dalle novità proposte da Apple. Penso che anche le persone sia state un po’ confuse, senza arrivare a capire cosa Zune avrebbe potuto rappresentare con i suoi punti di forza.

Errori che la società di Redmond non intende ripetere in futuro. Entro l’anno dovrebbe fare il suo debutto la nuova piattaforma denominata Woodstock, con l’obiettivo di sfruttare la popolarità di Xbox 360 per spingere i suoi possessori al download e alla fruizione dei contenuti musicali mediante la console videoludica. Un’operazione già eseguita con successo di recente per quanto riguarda i film, che Microsoft proverà a replicare anche nell’ambito in cui Zune non ha ottenuto in passato i risultati sperati.

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