Take Action, Google contro la censura online

Google lancia la campagna Take Action, volta a sensibilizzare l'utenza circa la proposta ONU per la regolamentazione dell'accesso al Web e della censura.
Google lancia la campagna Take Action, volta a sensibilizzare l'utenza circa la proposta ONU per la regolamentazione dell'accesso al Web e della censura.

Google scende in campo con una campagna chiamata Take Action in vista del meeting che i governi di tutto il mondo terranno a dicembre, durante il quale si deciderà come regolamentare l’accesso al Web e la censura online. Il colosso di Mountain View fa sapere di esser contro la revisione della regolamentazione poiché, a suo parere, metterà a rischio la libertà della Rete.

“Per un mondo libero e aperto è necessaria una Rete libera e aperta; una Rete libera e aperta dipende da me”. È questo lo slogan di Take Action, iniziativa di cui il gruppo guidato da Larry Page e Sergey Brin ha anche lanciato un video (in streaming di seguito), volto a stimolare la partecipazione dell’utenza.

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Google desidera contrastare la revisione dei trattati di regolamentazione del Web e della censura, voluta con forza dall’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni ONU (ITU). Per la prima volta dal 1988, durante il summit di dicembre che avrà luogo a Dubai, verranno riscritte le regole sulle comunicazioni online. Il problema risiede nel fatto che molti paesi, come ad esempio Cina e Russia, vedrebbero questa revisione come una ghiotta opportunità per porre limiti al mondo in cui i propri cittadini hanno accesso a Internet. In tal caso si attribuirebbe all’ONU una maggiore influenza e Google si dichiara contraria: ecco quanto scrive il gruppo in una nota appena diramata.

ITU è il posto sbagliato per prendere decisioni sul futuro di Internet. In quella sede hanno voce esclusivamente i governi, tra cui quelli che non sostengono la necessità di una rete libera e aperta. Alcuni dei cambiamenti proposti nella revisione potrebbero aumentare la censura e minacciare l’innovazione, mentre altri imporrebbero a servizi come YouTube, Facebook e Skype di pagare nuove tasse e ciò limiterebbe l’accesso all’informazione, soprattutto nei paesi emergenti.

Google sostiene che il futuro di Internet non dovrebbe essere determinato esclusivamente dai governi, ma anche dalle persone di tutto il mondo che fruiscono della Rete e dagli esperti che, ogni giorno, contribuiscono alla sua gestione e alla sua crescita. Per questo il colosso di Mountain View invita a offrire il proprio contributo alla causa con Take Action.

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