ECO riconosce gli oggetti senza intervento umano

Un algoritmo genetico sviluppato dalla Brigham Young University consente ad un computer di riconoscere in modo autonomo gli oggetti presenti in una foto.
Un algoritmo genetico sviluppato dalla Brigham Young University consente ad un computer di riconoscere in modo autonomo gli oggetti presenti in una foto.

Anche il più avanzato sistema di riconoscimento degli oggetti disponibile oggi richiede l’intervento umano, almeno per l’addestramento iniziale. In futuro, non sarà più necessario. Un ingegnere della Brigham Young University, Dah-Jye Lee, ha sviluppato un algoritmo genetico denominato ECO che può identificare gli oggetti presenti nelle immagini o nelle sequenze video in modo autonomo. Si tratta di un’intelligenza artificiale simile a quella vista in diversi film o serie TV, come Terminator o Person of Interest.

L’algoritmo di Lee, professore di ingegneria informatica ed elettrica, permette di riconoscere gli oggetti in base alle loro caratteristiche. Ad esempio, un computer sarebbe in grado di individuare un aereo in una foto analizzando l’angolo tra la fusoliera e le ali. Il metodo di apprendimento è simile a quello di una bambino che riesce subito a capire le differenze tra un cane e un gatto. Invece di dire al computer cosa guardare, ovvero scrivere un algoritmo che esegue questa azione, è sufficiente sottoporgli una serie di immagini e imparerà da solo.

Il ricercatore ha dimostrato che il suo algoritmo genetico ha un’accuratezza superiore a tutti gli algoritmi sviluppati finora. Il programma di riconoscimento degli oggetti è stato “alimentato” con quattro gruppi di immagini contenenti aerei, automobili, moto e facce. Per ogni dataset è stata ottenuta una percentuale di riconoscimento del 100%. Simili algoritmi non superano il 98%. Il team guidato da Lee ha inoltre verificato ECO su immagini relative a quattro specie di pesci, ottenendo un’accuratezza del 99,4%.

L’algoritmo potrebbe essere utilizzato per diverse applicazioni, dalla ricerca di specie invasive all’identificazione dei difetti nei prodotti. Una tecnologia così avanzata permetterebbe anche di rilevare la presenza delle persone in un’abitazione e attivare i sistemi domotici (apertura/chiusura delle porte, accensione/spegnimento delle luci, ecc.), senza la necessità di impostare un comando specifico.

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