Google svela il progetto The Physical Web

Un progetto sperimentale dedicato alla Internet of Things: The Physical Web punta a migliorare l'interazione fra utenti e dispositivi connessi alla Rete.
Un progetto sperimentale dedicato alla Internet of Things: The Physical Web punta a migliorare l'interazione fra utenti e dispositivi connessi alla Rete.

Secondo  Cisco entro il 2020 saranno oltre 50 miliardi i dispositivi connessi ad Internet in tutto il mondo, mentre Intel ne prevede 15 miliardi già il prossimo anno. Attenzione, non si sta parlando esclusivamente di smartphone e tablet, ma di tutto ciò che entrerà a far parte della cosiddetta Internet of Things: distributori, parchimetri, giocattoli, poster, sportelli informativi, veicoli e molto altro ancora. In altre parole, ogni cosa connessa alla grande Rete.

Una vera e propria rivoluzione, dalle enormi potenzialità, ma che bisognerà essere in grado di interpretare e sfruttare nel modo giusto. Google indica oggi una possibile direzione da percorrere, presentando il progetto The Physical Web, uno standard aperto e condiviso da tutte le piattaforme (dunque non un’esclusiva Android), per far sì che un giorno sia possibile interagire con qualsiasi apparecchiatura semplicemente avvicinandosi ad essa, senza alcun bisogno di scaricare preventivamente un’applicazione. Ad annunciarlo è Scott Jenson, designer entrato a far parte del team al lavoro su Chrome nel novembre scorso, con una prima documentazione caricata sulle pagine di GitHub.

Per capire come una tecnologia di questo tipo possa tornare utile Jenson fornisce alcuni esempi. Il più semplice da comprendere è quello che riguarda i pagamenti in mobilità: sarà sufficiente avvicinare il proprio device ad un’apparecchiatura per autorizzare la transazione economica, sollevando così l’utente dalla necessità di aver installato un software specifico come avviene oggi con i metodi basati sul modulo NFC. La strada per giungere alla definizione di uno standard condiviso è comunque parecchio lunga e per centrare l’obiettivo sarà necessario uno sforzo congiunto da parte di tutte le parti in gioco: non solo Google, ma anche i produttori hardware e quelli che si occuperanno di realizzare i chip integrati nei dispositivi.

Il gruppo di Mountain View ha messo sul tavolo la propria idea, basata su un principio fondamentale: l’interazione e lo scambio di dati fra utente e ciò che lo circonda dev’essere resa più naturale, un po’ come accade per la navigazione Web, dove l’accesso alle informazioni avviene mediante un semplice click, senza richiedere step intermedi o l’impiego di software aggiuntivo. Anche Apple è al lavoro da qualche tempo su un progetto simile, ma proprietario. Si chiama iBeacon ed è stato introdotto lo scorso anno insieme al sistema operativo iOS 7.

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