Android M: supporto nativo 4K e migliore autonomia

Fra le tante novità introdotte da Google nella piattaforma Android M anche il supporto nativo all'output video in formato 4K, grazie ad un'apposita API.
Fra le tante novità introdotte da Google nella piattaforma Android M anche il supporto nativo all'output video in formato 4K, grazie ad un'apposita API.

Fino ad oggi Google non ha mai fornito in via ufficiale il supporto alla gestione dell’output video in formato 4K per i dispositivi equipaggiati con la piattaforma del robottino verde, nonostante alcuni produttori lo abbiano fatto per prodotti basati su Android TV. Le cose stanno però per cambiare: tra le novità introdotte dal gruppo di Mountain View nel sistema operativo Android M c’è anche un’API pensata proprio per questo compito.

Sulle pagine del sito ufficiale dedicato agli sviluppatori si fa esplicito riferimento all’API “4K Display Mode”. La sua utilità è presto spiegata: le applicazioni dedicate alla riproduzione dei contenuti multimediali potranno inviare segnale video ad un display o ad un monitor esterno in Ultra HD, senza dover ricorrere a soluzioni proprietarie talvolta complesse e poco pratiche. Le poche informazioni finora disponibili parlano di upscaling per gli elementi dell’interfaccia. Questo significa che, ad esempio, se lo smartphone ha un display 1080p il processore non dovrà ridisegnare ogni singolo menu o pulsante in Ultra HD quando si sceglie di visualizzare la UI in 4K, salvaguardando dunque prestazioni e durata della batteria.

Restando in tema di autonomia, pare che Android M migliorerà in modo significativo questo aspetto. Tutto merito della modalità Doze annunciata in occasione dell’evento I/O 2015, che ottimizza l’utilizzo delle risorse durante loa fase di standby. I primi test, condotti su un Nexus 5, mostrano un incremento nella durata della batteria addirittura pari al 270% quando lo schermo non è attivo, rispetto a quanto invece avviene con Lollipop. Si tratta senza alcun dubbio di un importante passo in avanti, per quello che di fatto resta il vero tallone d’Achille dei dispositivi mobile, ovvero l’esigenza di effettuare frequenti ricariche.

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