Il futuro dell'interazione uomo-auto al volante

Dalle manopole ai touchscreen, dagli schermi HUD ai comandi vocali: come sta evolvendo e come evolverà in futuro il modo di interagire con l'automobile.
Dalle manopole ai touchscreen, dagli schermi HUD ai comandi vocali: come sta evolvendo e come evolverà in futuro il modo di interagire con l'automobile.

Il giusto posizionamento dei comandi sulla plancia dell’automobile è di essenziale importanza per rendere l’esperienza di guida sicura e confortevole. Il pulsante per l’attivazione delle quattro frecce, ad esempio, deve risultare facilmente raggiungibile, così da poter essere premuto immediatamente nelle situazioni di emergenza, mentre i tasti per la regolazione del volume di autoradio e brani musicali è bene siano sul volante, in modo da evitare pericolose distrazioni.

Display HUD

Tutto questo sta per cambiare, grazie all’introduzione di nuove tecnologie. O meglio, di tecnologie fortemente ispirate a quelle che nel corso degli ultimi anni sono state in grado di rivoluzionare l’universo dei dispositivi mobile. Il riconoscimento vocale, innanzitutto, che una volta integrato nell’abitacolo delle vetture consentirà di mantenere in ogni momento gli occhi fissi sulla carreggiata e le mani ben salde sul volante. Da tempo si parla anche degli schermi HUD, acronimo impiegato per indicare il termine Heads-Up Display. Si tratta essenzialmente di un sistema capace di visualizzare informazioni direttamente sul parabrezza della vettura, sovrapponendole al campo visivo di chi guida: in altre parole, la realtà aumentata applicata alle quattro ruote.

Questo permette ad esempio di mostrare una freccia che indica dove svoltare sul vetro oppure un messaggio che consiglia di ridurre la velocità di marcia in prossimità di un centro abitato. Una tecnologia nata e sviluppata nel nome della sicurezza, ma che paradossalmente potrebbe trasformarsi in una fonte di distrazione per l’automobilista. Ad affermarlo è un team di ricercatori della University of Toronto, dopo aver condotto un test per dare valenza empirica alla propria tesi. Ai partecipanti è stato chiesto di comunicare nel minor tempo possibile il numero di punti visualizzati su un display, da uno a nove, subito dopo la loro comparsa.

A volte, in modo del tutto casuale, oltre ai punti è stato mostrato anche un quadrato trasparente con bordi neri: in queste occasioni si è notata una maggiore difficoltà a riconoscere correttamente e rapidamente il numero dei punti. Inoltre, il quadrato non è stato visto in un’occasione su quindici con pochi punti sullo schermo e una volta su dieci con molti punti. Questo dimostra la difficoltà del cervello umano nel recepire ed elaborare contemporaneamente più stimoli visivi, anche se compresi nello stesso spazio. Il problema, applicato alla guida, potrebbe tradursi concretamente in tempi di reazione dilatati e di conseguenza nell’insorgere di situazioni potenzialmente pericolose.

Comandi vocali

Al tempo stesso l’utilizzo dei comandi vocali nell’abitacolo non rappresenta più un’utopia o un’idea da relegare alla sceneggiatura di film fantascientifici. I software integrati nei sistemi di infotainment sono ormai in grado di captare e interpretare con precisione elevata quanto pronunciato dal guidatore o da chi si trova a bordo dell’auto, senza alcuna distrazione. L’utilizzo della voce rappresenta dunque la strada da percorrere se si desidera rimpiazzare manopole, tasti e display touchscreen, per gestire in modo sicuro e pratico ogni aspetto legato alla vettura, dalla riproduzione dei brani musicali alle indicazioni stradali, dalla regolazione della temperatura nell’abitacolo al monitoraggio del livello di carburante nel serbatoio (o della batteria su ibride ed elettriche).

Ford ha iniziato ad esempio questo percorso d’evoluzione ormai da qualche anno, introducendo il sistema SYNC che comunica tramite input e output audio. La tecnologia interpreta la voce del conducente e, ad esempio, legge i messaggi di testo ricevuti sullo smartphone mediante l’impiego di un sintetizzatore vocale. L’integrazione delle vetture con le piattaforme mobile non farà che accelerare questo processo, rendendo il tutto ancora più comodo e accessibile.

SYNC dimostra quella che deve pertanto essere la direzione da intraprendere: se l’obiettivo è quello della sicurezza, occorre considerare l’uomo come un elemento da integrare nel sistema nervoso dell’abitacolo, offrendo e ricevendo stimoli senza generare “buffer overflow” che rallentino i tempi di comprensione, analisi e reazione.

Evoluzioni future

Volendo gettare lo sguardo ancora più in là, per capire quali novità potrebbe riservare il settore automotive nel corso del prossimo decennio, è possibile immaginare come cambierà l’interazione uomo-auto con il debutto e la progressiva diffusione delle self-driving car. Se attualmente si è impegnati nella ricerca di soluzioni che possano consentire al conducente di non isolarsi dal mondo esterno pur mantenendo la propria attenzione costantemente focalizzata sulla strada, con i veicoli a guida autonoma sono destinate a cambiare radicalmente. Non ci sarà più bisogno di parlare dei pericoli legati alle fonti di distrazione, poiché l’auto potrà essere interpretata come una sorta di secondo salotto o ufficio in mobilità, una stanza su quattro ruote all’interno della quale dimenticarsi completamente di ciò che comporta lo spostamento per concentrarsi sul lavoro o intrattenersi con un film, con della musica o chiacchierando con chi condivide il viaggio.

Anche in questo caso, quello che potrebbe sembrare un’idea ispirata ad un film di fantascienza è destinata a trasformarsi in realtà in un futuro non troppo lontano. Diverse aziende sono impegnate ormai da lungo tempo in test e sperimentazioni sulle self driving-car, con le previsioni parlando di un debutto sul mercato dei primi modelli entro il 2018 o 2020. IHS Automotive prevede che nel 2035 ce ne saranno 54 milioni in circolazione sulle strade di tutto il mondo, mentre nel 2050 non esisteranno più mezzi a quattro ruote guidati dall’uomo.

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