Amazon compie vent'anni

Il colosso del commercio elettronico compie vent'anni: storia di un sito e un modello economico difficile da spiegare, ma affascinante.
Il colosso del commercio elettronico compie vent'anni: storia di un sito e un modello economico difficile da spiegare, ma affascinante.

Il 15 luglio del 1995 Amazon.com vendeva il suo primo libro, un manuale di informatica. Jeff Bezos aveva fondato la sua società un anno prima, dandole il nome di Cadabra, ma il Prime Day, festeggiato oggi, rappresenta perfettamente lo spirito del colosso di Seattle: sempre orientato al cliente. Amazon sente perciò di compiere oggi i suoi vent’anni. Un’era geologica nel mondo di Internet, passata da numerose tappe che ne fanno probabilmente la più brillante sopravvissuta alla bolla speculativa del 2000. Il motivo è semplice: Amazon ha un modello che per molto tempo è stato unico e impareggiabile. Senza Amazon non esisterebbe l’eCommerce in senso globale.

Come si arriva ad avere quasi 130 mila dipendenti in tutto il mondo, decine di centri di distribuzione, 13 marketplace online diversi e un volume di vendite di svariati miliardi di dollari partendo dall’idea di vendere i libri online come il postal market? Bisogna essere come Jeff Bezos, geniale e visionario fondatore di Amazon, che dalla passione per i libri in brevissimo tempo giunse alla conclusione che il suo obiettivo non poteva che essere quello di ”

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vendere tutto“. Le tappe di questo percorso, viste in retrospettiva, sono impressionanti. Nel 1995 il sito vendeva soltanto libri, due anni dopo sbarcava in Borsa e acquisiva Internet Movie Database, nel 1998 lanciava i siti nel Regno Unito e in Germania, l’anno dopo ancora Bezos era in copertina sul TIME come personaggio dell’anno.

L'ultimo numero dell'anno è tradizionalmente dedicato a un personaggio. La copertina più ambita nel 1999 è stata dedicata a Jeff Bezos, fondatore di Amazon. Una scelta profetica: pochi mesi dopo lo scoppio della prima bolla speculativa sulla new economy fece sparire molte realtà Internet degli anni Novanta. Ma non Bezos, che anzi da quel momento non ha più smesso di crescere.

L’ultimo numero dell’anno è tradizionalmente dedicato a un personaggio. La copertina più ambita nel 1999 è stata dedicata a Jeff Bezos, fondatore di Amazon. Una scelta profetica: pochi mesi dopo lo scoppio della prima bolla speculativa sulla new economy fece sparire molte realtà Internet degli anni Novanta. Ma non Bezos, che anzi da quel momento non ha più smesso di crescere.

Fatto ancora più incredibile è che fino a quel momento Amazon non aveva guadagnato un solo dollaro. Il modello di business di questa società, infatti, per molti anni si è basato sull’acquisire fette di mercato, investendo cifre enormi nella presenza sui territori, necessaria per garantire la consegna dei pacchi in tempi sempre più brevi ed efficienti. Una strategia che ha visto il contributo importantissimo di un italiano, il manager Diego Piacentini. Ex di Apple, Piacentini è uno dei senior vice president di Amazon e ha avuto senza dubbio una parte importante di merito nella decisione di aprire nel 2011 il primo centro di distribuzione italiano, sito a Castel San Giovanni, dove in seguito, nel 2013, ne è stato aperto uno ancora più grande oggi noto con il codice MXP5 (pochi mesi prima ha aperto anche il customere service a Cagliari).

Nella foto, da sinistra: Diego Piacentini e Jezz Bezos, rispettivamente vice presidente e fondatore di Amazon.

Nella foto, da sinistra: Diego Piacentini e Jezz Bezos, rispettivamente vice presidente, responsabile dello sviluppo internazionale, e fondatore di Amazon. Piacentini ha con molto orgoglio tenuto a battesimo l’apertura nel 2010 del sito italiano Amazon.it e poi del centro di distribuzione a Castel San Giovanni l’anno successivo.

Amazon cambia per sempre il modo di fare shopping ritagliandolo sull’esigenza di un cliente che non esisteva neppure, se non nell’ideale di Bezos: un cliente che può ricevere qualunque cosa desideri dopo averla acquistata senza neanche spostarsi dal computer ma coccolato come l’avesse presa nel bazar sottocasa. Grazie ai suoi manager che riportano nel board direttamente a Bezos, Amazon si struttura come azienda a tutto tondo, con interessi e investimenti che vanno oltre il commercio elettronico ma riguardano i web service, lo storage online, persino le produzioni televisive, cinematografiche, di giochi.

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La rivoluzione del Kindle

Il 2007 probabilmente verrà ricordato tra 30 anni come l’anno in cui furono lanciati due dispositivi destinati a stravolgere i mercati: l’iPhone e il Kindle. Quest’ultimo è un altro passaggio fondamentale dell’azienda, che a un certo punto decide di scendere nel campo dell’hardware con un proprio e-reader puntando sui libri elettronici, in un formato proprietario (.mobi). È la dimostrazione che la società è in grado di cannibalizzare i propri servizi per aprire nuovi mercati: avrebbe potuto andare avanti a vendere i libri cartacei, invece inventa il Kindle, che in questi anni ha visto poi una serie senza sosta di sviluppi tecnici, dal tablet Kindle Fire fino agli ultimi modelli di e-reader, Paperwhite e Kindle Voyage. Soltanto in Italia il Kindle store, aperto dal 2011, offre oltre due milioni e mezzo di eBook di cui 75.000 in italiano.

Bezos consegna di persona l'ordine al milionesimo cliente di Amazon. A destra, la prima versione online di Amazon, quando si occupava di spedizione per corrispondenza di libri.

Ottobre 1997, Giappone: Bezos consegna di persona l’ordine al milionesimo cliente. A destra, la prima versione online di Amazon, quando si occupava di spedizione di libri.

Anche i servizi attorno allo store per gli ebook cambiano velocemente, d’altra parte molto prima del kindle Amazon era già in grado di fornire servizi sofisticati di recensioni, di analisi del testo. All’epoca Look inside the book era una tecnologia stupefacente, oggi il suo erede è Updated Sharing with Instant Previews. Nell’ecosistema Kindle è tutto accelerato: Amazon propone abbonamenti all-you-can-read e comincia a immaginare di pagare gli autori del suo programma di scrittori affiliati secondo logiche inedite, che aprono scenari prima impensabili.

Prime Day

Per festeggiare questo compleanno Amazon ha scelto di essere vicina ai suoi clienti dando il via a una giornata di sconti folli, promuovendola tramite gli iscritti al servizio Prime. I numeri saranno probabilmente fuori dall’ordinario per questa giornata speciale di shopping globale che in Italia metterà a disposizione una quantità totale di offerte quattro volte superiore al Black Friday.

La tecnologia nei FullFillment Center

Al di là della visione sul commercio elettronico e gli sviluppi aziendali e strategici, Amazon significa prima di tutto ricevere ordini e spedire pacchi, attività che l’azienda ha robotizzato e innovato al punto da rappresentare per la storia del commercio elettronico un riferimento cronologico. C’è un prima e un dopo Amazon nella distribuzione online. Alcuni suoi processi oggi sono in tutti i manuali: lo SLAM (Scan, Label, Apply, Manifest) ha rivoluzionato alla fine degli anni Novanta il settore della logistica,; lo scanner in mano ai picker guidato da alcuni algoritmi è stato un altro colpo di genio: oggi tutti imitano il modo di muoversi e disporre i prodotti in un magazzino di spedizioni ideato da Amazon. Ci sono continui miglioramenti grazie all’applicazione del metodo kaizen, e alcuni FC (i centri di distribuzione) hanno implementato processi organizzativi che riducono gli ingombri e gli errori. Infine Amazon è diventata famosa in tutto il mondo per l’acquisizione dei robot Kiva, coi quali può evadere ancora più ordini, e per l’idea di portare i pacchi con dei droni.
E pensare che venti anni fa partì tutto da un garage.

Nella foto a sinistra il primo magazzino di Amazon.com, a Seattle. Era il 1995. Ed era il garage di Bezos. A destra, il centro di distribuzione in Italia, a Castel San Giovanni: inaugurato nel 2013, si estende per 85 mila mq e ci lavorano più di 600 persone. Nel momento del picco di vendite, poco prima di Natale, è in grado di processare diversi ordini al secondo e spedire *** pacchi in una sola giornata.

Nella foto a sinistra il primo magazzino di Amazon.com, a Seattle. Era il 1995. Prima Bezos aveva adoperato il  suo garage. A destra, il centro di distribuzione in Italia, a Castel San Giovanni: inaugurato nel 2013, si estende per 85 mila mq e ci lavorano più di 600 persone. Nel momento del picco di vendite, poco prima di Natale, è in grado di processare 4 vendite al secondo e gestire 396 mila ordini in una sola giornata.

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