Glowforge: stampante 3D o taglio laser?

Un dispositivo in grado di realizzare qualsiasi forma partendo da un gran numero di materiali: si chiama Growforge e si basa su un sistema di taglio laser.
Un dispositivo in grado di realizzare qualsiasi forma partendo da un gran numero di materiali: si chiama Growforge e si basa su un sistema di taglio laser.

Pur non trattandosi propriamente di una stampante 3D, almeno non nell’accezione più comune e utilizzata del termine, Glowforge può essere inserita in questa categoria poiché offre ampie possibilità alla community dei maker, permettendo la realizzazione di pressoché qualsiasi oggetto. In realtà il principio di funzionamento su cui si basa il macchinario è più simile a quello degli utensili a taglio laser impiegati in ambito industriale.

Nata da un’idea di Dan Shapiro (ex Google), è attualmente in vendita durante la fase di pre-ordine con prezzi a partire da 1.995 dollari, pari a circa 1.780 euro al cambio attuale. Al suo interno possono essere posizionati materiali di vario tipo, come legno, tessuti, cuoio, carta, linoleum, alcune plastiche (soprattutto acriliche) e addirittura cibo, per ottenere oggetti della forma che si desidera o, in alternativa, per inciderne la superficie in modo decorativo, come visibile nel filmato dimostrativo in streaming di seguito. Il prototipo realizzato al momento ha un vano interno con dimensioni pari a 50,8×76,2×20,3 cm, sufficientemente grande per soddisfare la maggior parte delle esigenze pur potendo essere posizionato su una normale scrivania.

Non ci sono display, in quanto il controllo avviene attraverso un software per computer oppure con un’applicazione per smartphone e tablet. Ciò che differenzia Glowforge dalle stampanti 3D tradizionali è dunque il metodo impiegato per ottenere l’oggetto finale: anziché crearlo mediante estrusione di un filamento o con il metodo della stereolitografia, i singoli layer bidimensionali vengono generati ritagliandone il contorno da una superficie piana, per poi essere assemblati manualmente.

Un approccio di questo tipo può essere utilizzato, ad esempio, nell’artigianato tessile, per la personalizzazione degli abiti o degli accessori realizzati, così come dalle attività di ristorazione per confezionare cibi o dolci in modo esteticamente accattivante. Si possono ovviamente anche creare giochi, soprammobili e qualsiasi oggetto riproducibile con un modello 3D.

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