Alphabet: una divisione per le self-driving car

Il team al lavoro sulla vettura a guida autonoma di Google potrebbe nel 2016 costituire una nuova società, come voluto dalla parent company Alphabet.
Il team al lavoro sulla vettura a guida autonoma di Google potrebbe nel 2016 costituire una nuova società, come voluto dalla parent company Alphabet.

La linea imposta dai vertici di Alphabet (Larry Page e Sergey Brin) è piuttosto chiara: ogni divisione del gruppo deve costituire una propria società, del tutto indipendente. È per questo che Google è diventata una sussidiaria, così come Nest e Verily (ex Life Sciences). Presto potrebbe accadere lo stesso anche al team che lavora sul progetto di bigG relativo alla guida autonoma, ovvero la self-driving car.

È quanto riporta oggi la redazione di Bloomberg, con un’indiscrezione non confermata in via ufficiale da Mountain View. L’annuncio dovrebbe comunque arrivare nel corso del 2016. La nuova azienda avrà bisogno di risultare economicamente sostenibile e indipendente, ovvero sarà chiamata a generare profitti. Da qui l’idea (anch’essa non confermata) di sfruttare la propria tecnologia per offrire un servizio simile a quello di Uber, dedicato al trasporto dei passeggeri. L’iniziativa potrebbe coinvolgere in un primo momento una flotta di veicoli di varie dimensioni, operativi all’interno di contesti come i campus universitari, più semplici da gestire anche dal punto di vista normativo rispetto alle strade pubbliche.

Curiosamente, Google Ventures è tra i finanziatori proprio di Uber, che dalla sua ha già in cantiere da tempo un progetto legato alle self-driving car, per il quale la società potrebbe siglare una partnership con Tesla.

La decisione di avviare il servizio in un ambito controllato e più facile da monitorare rappresenterebbe un vantaggio anche in termini di feedback raccolti. In questo modo Google (o come si chiamerà la nuova divisione) sarà in grado di capire per la prima volta come si rapportano nel quotidiano le persone e gli utenti con i suoi veicoli a guida autonoma, senza l’intervento diretto di tecnici e ingegneri. Le informazioni potranno poi tornare utili per ottimizzare la tecnologia a bordo in vista di una sua diffusione su larga scala, che stando alle ultime previsione dovrebbe avvenire già entro il 2018-2020.

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