Da Verily e Johnson & Johnson nasce Verb Surgical

Un progetto a lungo termine, finalizzato a migliorare ed evolvere le tecniche impiegate in sala operatoria, con conseguenti benefici per il paziente.
Un progetto a lungo termine, finalizzato a migliorare ed evolvere le tecniche impiegate in sala operatoria, con conseguenti benefici per il paziente.

A pochi giorni dalla nascita di Verily, sussidiaria di Alphabet in passato conosciuta come Life Sciences, il team di Mountain View dedicato alla ricerca e alla sperimentazione in ambito medico annuncia un’importante partnership: in collaborazione con Johnson & Johnson crea uno spin-off chiamato Verb Surgical, che come si può intuire già dal nome focalizzerà la propria attività in particolare sulle tecnologie da impiegare nella sala operatoria.

Si tratta di un progetto a lungo termine, messo in campo con un obiettivo piuttosto ambizioso: migliorare le procedure legate ad un intervento chirurgico, sia per quanto riguarda l’operazione vera e propria che la fase successiva in cui il paziente affronta il necessario periodo di recupero. Requisito essenziale per raggiungere lo scopo è dunque quello di rendere le procedure poco invasive, per quanto possibile. A dirigere il team sarà Scott Huennekens, in qualità di presidente e CEO, un professionista con oltre venti anni di esperienza alle spalle nell’industria legata alle apparecchiature mediche. Questo un estratto dal comunicato ufficiale.

Nei prossimi anni, Verb Surgical si impegnerà a sviluppare soluzioni per una piattaforma globale di chirurgia, basata sulle capacità più avanzate nell’ambito della robotica e le migliori tecniche per condurre operazioni mediche in ambienti professionali. L’obiettivo di Verb Surgical è di creare queste nuove tecnologie in collaborazione con chirurghi e cliniche, per migliorare la convalescenza dei pazienti e migliorare l’accesso agli interventi minimamente invasivi, così da raggiungere un’ottima efficienza ospedaliera.

Tra le finalità della collaborazione sembra esserci anche la realizzazione di strumenti, hardware e software, per l’impiego di unità robotiche nel corso degli interventi. Si tratta di un approccio già sperimentato anche in Italia, con il progetto Da Vinci messo a punto dall’EndoCAS di Pisa, che mira ad aumentare la precisione nell’esecuzione delle azioni sul paziente eliminando i rischi legati all’inevitabile potenziale fallibilità dell’essere umano.

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