Google: link neri nei risultati delle ricerche?

Il motore di ricerca avrebbe iniziato a testare l'utilizzo di un font nero per i titoli dei link indicizzati all'interno delle pagine dei risultati.
Il motore di ricerca avrebbe iniziato a testare l'utilizzo di un font nero per i titoli dei link indicizzati all'interno delle pagine dei risultati.

Per una realtà come il motore di ricerca maggiormente utilizzato al mondo, anche il cambiamento più piccolo potrebbe essere in grado di spostare gli equilibri. Ecco perché Google, prima di rendere operativa una modifica al proprio codice o layout, la sottopone ad una stretta cerchia di utenti, così da poterne raccogliere i feedback ed eventualmente apportare migliorie in vista di un rollout a livello globale.

È il caso di una novità che sembra essere in arrivo per le SERP (pagine dei risultati). Un numero non indifferente di navigatori ha visto utilizzare per il font dei link indicizzati un colore inedito: il nero. Sembra dunque che a Mountain View qualcuno stia valutando l’idea di abbandonare il blu ormai universalmente riconosciuto come tinta identificativa di un collegamento ipertestuale. Dal punto di vista dell’impatto visivo, i due screenshot allegati di seguono mostrano la differenza, piuttosto evidente: sulla parte sinistra la pagina di bigG che tutti conoscono, su quella destra il restyling in fase di sperimentazione.

La tradizionale SERP di Google con i link blu (a sinistra) e quella con il font nero attualmente in fase di test (a destra)

La tradizionale SERP di Google con i link blu (a sinistra) e quella con il font nero attualmente in fase di test (a destra)

Le reazioni degli utenti non sembrano al momento essere delle più positive, forse per via dell’abitudine a fare click su un testo blu. Dal canto suo, Google non ha rilasciato alcun commento in merito. Non è dato a sapere se il cambiamento diventerà effettivo, né con quali tempistiche. Di certo, se si considera che il motore di ricerca rimane ancora oggi (insieme all’advertising) il core business del colosso californiano, non è azzardato affermare che qualsiasi modifica al CSS delle pagine verrà valutata con estrema attenzione.

Torna alla mente quando Marissa Mayer (oggi CEO di Yahoo, in passato al servizio di Google) chiese ai designer di Mountain View di testare molteplici gradazioni di blu per i link che portano alle inserzioni pubblicitarie, valutandone l’impatto su chi naviga e il feedback in termini di click effettuati. L’episodio è ricordato come “50 Shades of Blue”.

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