Ericsson: dove nascono le smartcity

Sviluppo urbano sostenibile e maturazione ICT: sono questi gli ingredienti che Ericsson ha misurato per valutare le smartcity di domani.
Sviluppo urbano sostenibile e maturazione ICT: sono questi gli ingredienti che Ericsson ha misurato per valutare le smartcity di domani.

Sviluppo urbano sostenibile e maturità ICT: sono questi i due parametri che Ericsson ha voluto misurare per mettere in fila alcune delle principali città al mondo, nel tentativo di capire quali stiano scommettendo sull’innovazione per fare un passo verso una nuova dimensione. La nuova dimensione, ormai è chiaro, è quella delle smartcity: tecnologia e progettualità intelligente per fare in modo che la qualità della vita all’interno del tessuto urbano possa migliorare.

Il Networked Society City Index 2016 vede Stoccolma ai vertici del ranking, confermando la posizione già conquistata nel 2014; Londra si conferma in seconda posizione, Singapore sale al terzo posto e scalza dal podio Parigi. Seguono Copenhagen, Helsinki, New York, Oslo, Tokio e Seul. Roma, unica città italiana “misurata” con i parametri Ericsson, si classifica al 19esimo posto, in salita rispetto al 21esimo ottenuto in occasione del primo rilevamento di due anni prima.

Ericsson Networked Society City Index 2016

La classifica composta dal gruppo intende fotografare due aspetti complementari e profondamente integrati, entrambi alla base dello sviluppo delle smartcity del futuro.

Lo sviluppo urbano sostenibile, anzitutto, è una sorta di fine ultimo da raggiungere poiché inerente lo stile di vita, le modalità di spostamento, l’organizzazione del lavoro, la gestione del tempo libero e molto altro ancora. Uno sviluppo urbano sostenibile è un impegno radicale poiché implica una riprogettazione lungimirante degli spazi: progetti di lunga gittata e forti investimenti nel tentativi di creare nuove risorse laddove oggi si intravedono soltanto grandi criticità. La maturazione ICT è invece uno strumento di grande importanza, a metà tra l’investimento in servizi/infrastrutture e la creazione di una base culturale tale da consentire ai cittadini-utenti di fruire di quanto messo a disposizione dalle municipalità.

L’analisi Ericsson raggiunge anzitutto alcune conclusioni generali, principi di cui far tesoro e da cui trarre ispirazione, dirette emanazioni di quanto raccontato dai numeri:

  • «c’è una correlazione positiva tra lo sviluppo sociale ed economico e la crescente maturità ICT delle città»;
  • «l’ICT non è importante solo per il progresso socio-economico, ma può aiutare a scindere questo progresso da un maggiore impatto ambientale, in favore di uno sviluppo più sostenibile»: tali discorsi potrebbero trovare immediata e potente applicazione soprattutto in relazione a nuovi sistemi di mobilità intelligente e mobilità integrata, grazie ai quali diminuire il traffico e migliorare i flussi delle persone sul tessuto urbano;
  • «la pianificazione delle smartcity sarà cruciale per raggiungere alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite. Ad esempio le città saranno strumentali per l’avanzamento delle azioni a favore del clima, riduzione della povertà, una migliore educazione e cure sanitarie, così come una migliore inclusione sociale e finanziaria»;
  • «per le città sono essenziali un certo numero di azioni che consentano loro di andare oltre le smart city di oggi e diventare più sostenibili: inserire l’ICT come infrastruttura di base nei loro piani di investimento; creare condizioni normative favorevoli che incoraggino l’adozione dell’ICT; adottare approcci olistici per integrare l’ICT nella pianificazione di alcuni settori chiave come il trasporto, l’energia e la sicurezza pubblica; collaborazione tra le varie città»: soprattutto in termini di approvvigionamento energetico, le città possono fare molto grazie alla nascita delle smart grid con cui produrre e distribuire energia in modo intelligente, senza sprechi e con produzione distribuita.

L’importanza di tali conclusioni è tutta nelle proiezioni che da più parti giungono in relazione allo sviluppo delle città nei prossimi decenni, quando il numero delle aree metropolitane andrà moltiplicandosi ed il numero della popolazione interessata dalle progettualità di oggi diventerà dell’ordine delle centinaia di milioni di persone in tutto il mondo:

UN-Habitat stima che il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle aree urbane entro il 2050. Fino ad oggi molte iniziative delle smart city hanno utilizzato l’ICT principalmente per ottimizzare gli esistenti sistemi e comportamenti, come per esempio il trasporto intelligente. Le città hanno invece bisogno di ripensare le strutture esistenti per cogliere appieno il potenziale dell’ICT e assicurarsi che “smart” sia in realtà sostenibile. La città del futuro è caratterizzata da resilienza, collaborazione, partecipazione e mobilità, essenziali per garantire che le nostre città siano luoghi attraenti, sostenibili e vibranti.

Roma, smartcity aperta

Note liete e note dolenti, in un mix che sembra fotografare una città comunque avanzata, ma in ritardo rispetto alle aspettative che ci si potrebbe immaginare per quella che dovrebbe essere la “città eterna”. Per diventare una smartcity del futuro, infatti, le cose da fare a Roma sono molte e (a prescindere dai problemi quotidiani che la attanagliano, e di cui già si discute ampiamente), occorrono investimenti in grado di dotare il territorio delle necessarie infrastrutture. Ecco perché Roma è soltanto 19esima tra le 41 città analizzate, peraltro con un risultato sbilanciato che potrebbe migliorare fortemente se solo si riuscisse ad intervenire su alcuni aspetti particolari:

Questo risultato è dipeso principalmente da una performance migliore nella prima dimensione, quella del “triple bottom line” (TBL), relativa agli investimenti per lo sviluppo Economico, Sociale e Ambientale: nel prendere in analisi i diversi elementi, lo studio evidenzia che, se da un lato la capitale italiana ha registrato buone prestazioni sotto questo profilo, dall’altro risulta ancora indietro dal punto di vista della maturità ICT.

Alcune evidenze relative alla Capitale:

  • basso livello educativo nel settore terziario, ove il risultato è fortemente sotto la media: per accelerare lo sviluppo economico e sociale della città occorre partire dall’investimento in formazione;
  • Roma offre una aspettativa nella durata della vita pari a 7 anni in più rispetto alla media: tale aspetto è tra i più importanti nella composizione della classifica della città;
  • la penetrazione della banda larga è 3 volte inferiore alla media generale e basso è anche il numero degli hotspot Wifi disponibili: la qualità della banda è buona laddove arriva, ma la distribuzione è bassa e ciò genera una grave situazione di disuguaglianza e digital divide;
  • la penetrazione degli smartphone è bassa e l’uso di Internet è sotto la media: una città che ha colto la rivoluzione mobile soltanto a metà, fermandosi nel punto in cui tocca all’utente fare un passo per cercare, trovare e sfruttare i servizi disponibili.

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