La realtà virtuale e la buona educazione

Il team Daydream Labs di Google spiega perché è necessario incentivare comportamenti corretti ed educati nelle applicazioni dedicate alla realtà virtuale.
Il team Daydream Labs di Google spiega perché è necessario incentivare comportamenti corretti ed educati nelle applicazioni dedicate alla realtà virtuale.

La realtà virtuale ha tutte le potenzialità per essere la next big thing dell’universo tecnologico: offre un’esperienza immersiva e coinvolgente, spalancando le porte all’avvento di applicazioni, servizi e forme d’intrattenimento inedite. Costituirà però anche una nuova modalità d’interazione tra gli utenti ed è necessario accertarsi che non vi sia spazio per comportamenti offensivi, lesivi o molesti.

È quanto sta facendo Google, più in particolare il team Daydream Labs. La squadra sta ad esempio sperimentando metodi per incentivare gli atteggiamenti educati e rispettosi. Il filmato in streaming di seguito fornisce alcuni esempi. Nel primo, battendo un cinque si viene premiati con un suono e un simpatico effetto che simula i fuochi d’artificio, mentre tirando pugni o dimostrandosi aggressivi non si genera alcun tipo di evento visivo o sonoro. Ancora, emulando un’esperienza di shopping, bisogna evitare che un utente copra la visuale di un’altra persona posizionando un cappello di fronte agli occhi e costringendola a terminare l’applicazione.

Le persone sono curiose e testeranno i limiti dell’esperienza VR. Ad esempio, prendendo parte ad un’applicazione o un gioco multiplayer, potrebbero chiedersi se è possibile muovere le proprie mani fino al viso di un altro partecipante o entrare nel corpo di un altro avatar. Anche se fatto con le migliori intenzioni, questo potrebbe far sentire qualcuno a disagio o non al sicuro.

Per l’ultimo esempio ci si trova seduti ad un tavolo da poker (stranamente nei panni di un cane) e si mostra come uno dei due giocatori potrebbe lasciare la propria sedia per andare ad osservare le carte dell’avversario o per sottrargli delle fiches. Lo sviluppatore può evitare un simile comportamento costringendo ogni partecipante a restare seduto alla propria postazione finché non è terminata la partita. Tutte le demo di Google per la realtà virtuale sono state realizzate per il visore HTC VIVE.

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