Project Apollo: la self-driving car di Baidu

Anche il colosso cinese delle ricerche svela il suo programma dedicato alla guida autonoma: si chiama Project Apollo e si concretizzerà entro il 2020.
Anche il colosso cinese delle ricerche svela il suo programma dedicato alla guida autonoma: si chiama Project Apollo e si concretizzerà entro il 2020.

Quando Google negli anni scorsi annunciò di essere al lavoro su un progetto legato alla guida autonoma (ora confluito nella divisione Waymo di Alphabet) in molti si chiesero cosa mai avesse a che fare un motore di ricerca con il mondo delle quattro ruote. Il debutto della piattaforma Android Auto e l’idea di concedere la tecnologia in licenza agli automaker aiutarono poi a chiarire le intenzioni di bigG.

Lo stesso sta accadendo in Cina, dove Baidu è impegnata nella realizzazione della propria self-driving car. Il colosso asiatico mira a renderla operativa sulle strade pubbliche in tempi record: già entro il 2020. Project Apollo, questo il nome del programma annunciato. La fase di test prenderà il via nel mese di luglio, con i responsabili dell’iniziativa che garantiscono come già prima della fine del 2017 le vetture saranno in grado di muoversi autonomamente e in modo del tutto sicuro all’interno di un contesto reale, gestendo al meglio i movimenti e l’interazione con gli altri veicoli.

La vettura a guida autonoma di Baidu

La vettura a guida autonoma di Baidu: uno dei primi prototipi realizzati per i test

Tra i partner del gruppo nella realizzazione della piattaforma di guida autonoma c’è anche NVIDIA. Lo scorso anno Baidu ha ricevuto dal governo della California l’autorizzazione necessaria per condurre i test della propria tecnologia su strade pubbliche, dunque è possibile che almeno una parte del programma venga messo in campo nello stato americano.

Altri nomi importanti del settore hanno fissato nel 2020 la data di debutto ufficiale delle proprie self-driving car: Bosch e Daimler, ad esempio, che entro tre anni intendono portare sulle strade pubbliche un servizio di taxi self-driving, così come Toyota e Nissan. Anche Uber, pur non senza difficoltà connesse a cause legali e dimissioni ai piani alti, è al lavoro per concretizzare il progetto finalizzato a potenziare la propria offerta di ride sharing.

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