Electronic Arts chiude lo studio Visceral Games

Il team ha lavorato alla serie Dead Space, su Dante's Inferno e Battlefield Hardline: il progetto su Star Wars sarà affidato a un'altra software house.
Il team ha lavorato alla serie Dead Space, su Dante's Inferno e Battlefield Hardline: il progetto su Star Wars sarà affidato a un'altra software house.

Il mondo videoludico perde oggi una delle realtà più importanti e originali degli ultimi due decenni: Electronic Arts ha ufficializzato la scelta di chiudere lo studio Visceral Games, fondato nel 1998 con il nome EA Redwood Shore, al lavoro (tra le altre cose) sulla serie horror sci-fi Dead Space, sul particolare Dante’s Inferno e più di recente sullo sparatutto Battlefield Hardline.

Il publisher afferma di voler reimpiegare il maggior numero possibile di dipendenti in altri progetti interni all’azienda, così da ridurre al minimo l’impatto della decisione in termini occupazionali. La squadra era al lavoro su un nuovo titolo ambientato nell’universo di Star Wars, la cui data di uscita era prevista per il prossimo anno, ma destinata inevitabilmente a slittare. Un’iniziativa capitanata da Amy Hennig, già alla direzione di serie come Legacy of Kain e Uncharted. Questo un estratto dal comunicato comparso sul sito EA, in cui si parla di come il titolo verrà affidato a un altro team (membri di EA Worldwide Studios, guidati da EA Vancouver), così da evolverne il gameplay per offrire un’esperienza evoluta e sfruttare appieno le potenzialità del motore Frostbite.

Il nostro studio Visceral stava sviluppando un titolo action-adventure ambientato nell’universo di Star Wars. Nella sua forma attuale è un’avventura lineare incentrata sulla storia. Durante la lavorazione abbiamo testato il concept con i giocatori, ascoltando i loro feedback e considerando le significative evoluzioni che interessano il mercato. È stato chiaro come, per offrire l’esperienza desiderata, sia necessario cambiare qualcosa.

Visceral Games abbandona il mondo videoludico lasciando in eredità una serie di titoli di indubbio spessore: ai tempi della sua uscita, il primo Dead Space convinse pubblico e critica con una trama profonda, affiancata da un gameplay capace di mischiare in modo azzeccato sezioni action alle dinamiche tipiche di un survival horror. Meno convincenti, invece, i due capitoli successivi, in particolare il terzo.

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