Il progetto Kodak KashMiner al capolinea

Un costoso dispositivo a marchio Kodak per il mining delle criptovalute, più precisamente della moneta virtuale Bitcoin: il progetto non ha funzionato.
Un costoso dispositivo a marchio Kodak per il mining delle criptovalute, più precisamente della moneta virtuale Bitcoin: il progetto non ha funzionato.

Cosa c’entra un marchio storico della fotografia come Kodak con Bitcoin e criptovalute? Beh, c’entra. All’inizio dell’anno si è parlato del lancio di KODAKCoin, una moneta virtuale dedicata proprio agli addetti al settore, uno strumento nato per essere messo nelle mani di chi lavora con le immagini, producendole e commercializzandole. C’è però un’altra iniziativa che a pochi mesi dalla presentazione è già giunta al capolinea: si tratta di KashMiner.

Come si può intuire dal nome si tratta di un dispositivo dedicato al mining. Un piccolo computer annunciato e mostrato al CES 2018 di Las Vegas, con la prospettiva di un debutto sul mercato al prezzo di 3.400 dollari, assemblato con le componenti necessarie per eseguire le operazioni legate alla blockchain, in grado al tempo stesso di generare valore ottenendo in cambio proprio Bitcoin. Halston Mikail, CEO di Spotlite USA (una delle aziende che dispongono della licenza necessaria per sfruttare il marchio Kodak), ha dichiarato a gennaio che 80 unità erano già al lavoro presso il quartier generale di Rochester.

La promessa era quella di generare fino a 375 dollari in criptovaluta ogni mese, andando così a ricoprire l’investimento iniziale del KashMiner in meno di un anno. Previsioni eccessivamente ottimistiche secondo chi conosce bene le dinamiche che regolano l’universo delle monete virtuali. Queste le parole dell’economista Saifedean Ammous, riportate sulle pagine del sito BBC.

Non c’è possibilità che il vostro magico miner Kodak generi 375 dollari ogni mese.

Da Kodak arriva oggi un comunicato che prende le distanze dal progetto.

Sebbene abbiate visto alcuni dispositivi portati al CES da Spotlite, il KashMiner non è un prodotto che dispone della licenza Kodak e nessuna unità è stata installata presso la nostra sede.

Interpellato sempre dalla redazione di BBC, Halston Mikail di Spotlite USA ha reso noto che lo sbocco commerciale dell’iniziativa è stata bloccato dalla US Securities and Exchange Commission e che le unità al momento attive privatamente si trovano al lavoro in Islanda.

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