Novità per Wear OS, migliora Google Pay

Rilasciato un aggiornamento per l'applicazione Wear OS: tra le novità introdotte una riduzione dei tempi nel pagamento con il servizio Google Pay.
Rilasciato un aggiornamento per l'applicazione Wear OS: tra le novità introdotte una riduzione dei tempi nel pagamento con il servizio Google Pay.

Con il passaggio da Android Wear a Wear OS il gruppo di Mountain View ha ribadito di voler fare sul serio per quanto riguarda i dispositivi indossabili, in particolare gli smartwatch. L’ennesima dimostrazione arriva oggi, con il rilascio di un aggiornamento per l’applicazione ufficiale dedicata al sistema operativo, che introduce alcune interessanti novità a livello software.

La più importante è senza dubbio quella che riguarda Google Pay, il servizio supportato dagli orologi della serie Wear OS per il pagamento dei beni acquistati all’interno dei negozi fisici, sfruttando l’interazione con i POS e con i terminali grazie all’impiego del modulo NFC. L’operazione è stata resa più veloce, pressoché immediata, andando così a migliorare l’esperienza offerta all’utente finale. Di seguito il changelog dell’applicazione, riportato sulle pagine della piattaforma Play Store, che fa riferimento a nuove opzioni di personalizzazione per alcune feature e alla correzione di un bug riguardante la gestione dei fusi orari.

  • Paga più velocemente con l’avvio rapido di Google Pay;
  • scegli uno stile più accattivante per eventi e appuntamenti;
  • scarica la correzione del bug di sincronizzazione del fuso orario.

Il segmento di mercato legato agli smartwatch, pur accogliendo di continuo nuovi modelli in grado di soddisfare le più disparate esigenze (anche in termini di estetica e design), ha fin qui stentato a decollare. Le ragioni di performance al di sotto delle aspettative iniziali sono molteplici: di natura tecnica e hardware, anzitutto, per via di un’autonomia che costringe a ricariche frequenti, il più delle volte quotidiane. C’è poi un ecosistema di applicazioni e servizi ancora acerbo, che per forza di cose dovrà essere arricchito stimolando il lavoro di sviluppatori e software house, così da solleticare sempre più l’interesse degli acquirenti. Solo a queste condizioni il settore potrà finalmente esprimere appieno tutto il proprio potenziale.

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