Dall'Italia i robot del futuro, ma sostenibile

Il progetto a guida italiana Robotics Flagship mira alla gara della Commissione Europea che prevede un finanziamento da un miliardo di euro.
Il progetto a guida italiana Robotics Flagship mira alla gara della Commissione Europea che prevede un finanziamento da un miliardo di euro.

L’Italia in corsa per progettare i robot del futuro. Si chiama Robotics Flagship e partecipa alla gara indetta dalla Commissione Europea, che finanzierà progetti con un miliardo di euro. Sono sei i finalisti previsti, che saranno individuati il prossimo 4 dicembre a Vienna durante la conferenza ICT2018, mentre nel 2020 sarà decretato il vincitore del finanziamento. Tutto rientra nei progetti visionari di Future and Emerging Technology (FET) Flagships, iniziative della Commissione Europea volte ad affrontare le grandi sfide scientifiche, etiche e tecnologiche.

Unire le competenze per un programma unico

Già oggi infatti l’Europa riveste un ruolo importante in settori come l’automazione, la meccatronica e robotica, ma pensati in maniera separata. Il progetto a guida italiana vuole proprio unire le competenze presenti negli avanzati laboratori di ricerca europei per avere un programma di sviluppo unico, per consentire all’Europa di diventare leader nella robotica e intelligenza artificiale ed essere un vero concorrente di USA e Cina.

Sviluppare robot e l’intelligenza artificiale del futuro, ma con al centro la sostenibilità economica, sociale e ambientale: sono queste le ambizioni della squadra italiana che si estende a 800 esperti, guidata da Cecilia Laschi della Scuola Superiore Sant’Anna e pioniere dei “robot soffici”, oltre che da Barbara Mazzolai, dell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), l’ideatrice del robot pianta. Il gruppo di coordinamento è composto poi da Tamim Asfour del KIT- Karlsruher Institut für Technologie (Germania), Dario Floreano dell’EPFL, Politecnico di Losanna (Svizzera), Stefano Stramigioli dell’università olandese di Twente (Paesi Bassi), Jean-Paul Laumond di LAAS-CNRS (Francia), Sabine Hauert dell’università britannica Bristol (UK). Uno sforzo comune, con molti altri ricercatori provenienti da tutta Europa e il supporto di scienziati provenienti da Stati Uniti, Giappone e diverse parti del mondo.

Dove sono i robot?

Il problema principale dei robot attualmente è che non sono ancora entrati nelle case, uffici e in parte nelle fabbriche. Dove sono i robot promessi in aiuto dell’uomo che dovevano pervadere la società? I ricercatori pensano che, sebbene i risultati tecnologici sono sempre più promettenti, il trasferimento dai laboratori al mercato sono sì frequenti ma senza un piano strutturato per il lungo termine.

Si dovrà quindi coniugare gli aspetti sociali e scientifici con quelli sociali, economici e culturali. Importante infatti far entrare i robot nel mondo del lavoro senza generare disoccupazione per gli umani, oltre a introdurre un’etica nel rapporto tra intelligenza artificiale e uomo. Questo progetto mira a coniugare tutti questi aspetti, ma la progettazione di nuovi robot non potrà prescindere da riflessioni sul nuovo sistema economico che li dovrà anche smaltire, oltre a quelli sociali legati al mondo del lavoro.

Questo progetto ha già ricevuto già l’approvazione e il supporto di oltre 370 istituzioni pubbliche, oltre a imprese internazionali di ricerca scientifica. La dimostrazione di un alto valore scientifico che potrebbe trasformarsi in manifesto per il futuro della robotica e IA.

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