Google, Kaspersky Lab mette in guardia sui malware

Il pericolo sventato da Google rimuovendo 13 app infette dal suo store digitale ricorda agli utenti quanto sia importante fare attenzione ai malware.
Il pericolo sventato da Google rimuovendo 13 app infette dal suo store digitale ricorda agli utenti quanto sia importante fare attenzione ai malware.

Nei giorni scorsi, Google ha scoperto che più di una dozzina di app disponibili sul Play Store installavano malware sui dispositivi degli utenti su cui era stato effettuato il download. Ben 13 le applicazioni rimosse dalla società, che includevano simulazioni di guida con macchine e camion, oltre a un paio presentate nella sezione “in evidenza” del negozio digitale. Pericolo sventato? Sì, ma non prima di aver provocato eventuali danni. Stando a quanto rivelato da un ricercatore, le app sarebbero state scaricate (in totale) da almeno 500mila utenti, che hanno messo inavvertitamente rischio i propri smartphone e tablet.

Un campanello d’allarme che suona in un periodo dell’anno in cui lo shopping online in generale è sempre forsennato (visto il Black Friday appena passato e le festività natalizie ormai prossime), dunque l’invito è quello di prestare maggiore attenzione alla sicurezza digitale. Come fatto notare dagli esperti della cybersecurity di Kaspersky Lab, la metà dei marchi presi di mira dai malware riguardano il mondo dell’abbigliamento, dei gioielli, delle calzature e delle grandi catene, ma subito dopo viene il settore gaming e dell’entertainment.

Quanto accaduto a BigG con le app mette in luce il danno che, talvolta, alcuni malware possono causare. Ben oltre il semplice danneggiamento di un dispositivo: in alcuni casi si arriva al furto di credenziali bancarie o di altri dati sensibili. Qualora un computer venisse preso d’assalto da un trojan non è infatti da escludere che i cybercriminali, attraverso di esso, riescano ad arrivare a informazioni strettamente personali dell’utente colpito.

Fortunatamente questo non sembra il caso di Google, sebbene le applicazioni nascondessero in modo impressionante la loro natura malevola: non solo erano disponibili sullo store ufficiale e quindi garantivano una certa sicurezza (d’altronde l’ok di BigG agli sviluppatori per pubblicare sul proprio store arriva soltanto dopo revisioni attente), ma una volta avviate crashavano, facendo scomparire l’icona.

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