Facebook down: cosa è successo davvero

Dietro i disservizi che hanno colpito Facebook, Instagram e WhatsApp per diverse ore ci sarebbe un cambio di configurazione dei server.
Dietro i disservizi che hanno colpito Facebook, Instagram e WhatsApp per diverse ore ci sarebbe un cambio di configurazione dei server.

Facebook, Instagram e WhatsApp hanno sofferto di alcuni gravi disservizi che hanno impedito agli utenti di poterli utilizzare correttamente per molto tempo. Per alcuni, i servizi erano completamente inaccessibili, mentre per altri, i problemi riguardavano solamente alcune funzionalità. Il problema è durato per moltissime ore ed ha coinvolto gli utenti di tutto il mondo. Per le società di proprietà di Facebook è stato sicuramente un duro colpo alla loro immagine.

I motivi che hanno causato questi gravi disservizi sono finalmente stati spiegati da Facebook dopo che erano circolate ipotesi di tutti i tipi, compreso un attacco hacker poi subito smentito dalla società di Mark Zuckerberg. Scusandosi per i disagi causati, Facebook ha spiegato che il problema sarebbe da ricercarsi in un “cambio di configurazione dei server“. Una spiegazione un po’ generica in quanto vuole dire tutto ma anche nulla. Secondo quanto affermato dal social network, questa modifica avrebbe causato tutti i problemi di cui hanno sofferto per lunghe ore gli utenti.

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Una spiegazione a cui molti tendono a non credere, almeno leggendo diversi commenti che circolano in rete. Tuttavia, è probabile che le effettive cause del problema non si conosceranno mai. La buona notizia è che adesso tutto è tornato perfettamente funzionante.

Quanto accaduto rappresenta una dei peggiori blackout mai subiti da Facebook e dalle sue app. Curiosamente, oltre a Facebook, Instagram e WhatsApp, anche gli utenti Oculus hanno subito alcuni disagi durante il periodo di blackout.

In mezzo a questo caos, c’è anche chi ha saputo sorridere. Trattasi di Telegram che in meno di 24 ore ha visto crescere la sua base di iscritti di ben 3 milioni di persone. Utenti che probabilmente hanno cercato un modo alternativo di comunicare vista l’impossibilità di utilizzare le app di Facebook.

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