Bezos crede di essere spiato dall'Arabia Saudita

Il magnate Jeff Bezos deve affrontare una sorta di riscatto per alcune immagini intime di cui sarebbe in possesso Enquirer, grazie all'Arabia Saudita.
Il magnate Jeff Bezos deve affrontare una sorta di riscatto per alcune immagini intime di cui sarebbe in possesso Enquirer, grazie all'Arabia Saudita.

In seguito a un articolo del National Enquirer, che si è detto in possesso di immagini intime di Jeff Bezos con Lauren Sanches, il magnate dell’ecommerce ha messo in piedi una vera e propria indagine, per capire la fonte di tale furto.

Ebbene, in un post sul Daily Beast, il consulente per la sicurezza di Bezos, Gavin De Becker, ha affermato che la sua squadra di investigatori ha concluso con grande sicurezza che dietro alla violazione della privacy ci sono agenzie o comunque hacker assodati dall’Arabia Saudita. Entrando nello smartphone di Bezos, questi avrebbero fatto una copia delle foto, inviandole poi al National Enquirer, non a caso gestito da AMI, rivale e da sempre contrapposta al Washington Post, di proprietà del magnate americano.

A febbraio, Bezos aveva pubblicato un post su Medium dicendo che Enquirer e la sua casa madre, AMI, avevano tentato di estorcergli e ricattarlo con immagini relative ad una donna con cui aveva una relazione. La storia è parte di una vicenda più ampia, che si nutre della rivalità tra Bezos e il presidente Donald Trump, appoggiato dall’Arabia Saudita che vedrebbe Bezos e il Post come una minaccia. In breve tempo è emerso che il fratello di Sanchez, Michael, aveva fornito immagini e documenti vari alla AMI, anche se non risultava chiaro in che modo. Da allora sono emerse altre teorie, ad esempio una violazione da parte di un’agenzia di intelligence americana o internazionale, saudita tra tutte. Nel suo post, De Becker ha sottolineato dettagli che indicano come Michael Sanchez potrebbe non essere stato la fonte dei testi.

Possiamo ammettere con grande confidenza che i sauditi hanno violato il telefono di Bezos e ottenuto informazioni private. Non siamo giunti a tali conclusioni alla leggera.

Il consulente indica la storia e le connessioni dell’Enquirer con l’Arabia Saudita, dipingendo un quadro secondo cui il paese sta usando AMI e le sue pubblicazioni per fare pressioni sulle persone che ritiene nemiche, come Bezos e il Washington Post. Jeff aveva già fatto allusioni al regno in Medio Oriente in precedenza, ricordando come il gruppo rivale fosse già indagato per varie azioni a nome del governo saudita, sottolineando la copertura sull’omicidio di Jamal Khashoggi.

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