Facebook, meglio usare i fondi per evitare i down

Facebook ha speso più di 20 milioni di dollari, nel 2018, per proteggere Zuckerberg invece di aggiornare le proprie infrastrutture (o magari entrambi).
Facebook ha speso più di 20 milioni di dollari, nel 2018, per proteggere Zuckerberg invece di aggiornare le proprie infrastrutture (o magari entrambi).

Quanti Facebook down dovremo ancora vedere prima che diventino un ricordo del passato? Perché una delle più ricche compagnie hi-tech del mondo non riesce a far fronte a problemi di accesso evidenti? E soprattutto, dove finiscono gran parte dei soldi che arrivano da pubblicità, interazioni, sponsorizzazioni?

Beh, vi basti sapere che una bella fetta viene usata, ahinoi, per la difesa personale di Mark Zuckerberg. Ora, che ci sia qualche pazzo li in giro pronto a passare la storia per aver fatto fuori uno dei personaggi più influenti dell’imprenditoria del nuovo millennio è cosa plausibile, ma la cifra ci sembra davvero assurda. Secondo la Reuters, gli ultimi investimenti, in quanto a spese, di Facebook, mostrano la cifra di 20 milioni di dollari alla voce “Altro”. Questo altro, nello specifico 22,6 milioni di dollari, riguarda le attività specifiche per la difesa personale di Zuck. Si tratta di un cartellino che è raddoppiato rispetto al 2017, quando si parlava di “soli” 9 milioni di dollari. Per dira tutta, quello che uno stato (come quello italiano) paga per la scorta di un personaggio “critico” è di un terzo quanto Facebook versa per proteggere il suo creatore. Parliamo di due soggetti distinti, da un lato una compagnia privata, dall’altro un animale pubblico, ma la differenza sostanziale resta comunque evidente.

Anche perché mentre la Reuters scopre il cappello, si viene a conoscenza della necessità per la multinazionale, secondo documenti firmati a cura del COO, Sheryl Sandberg, di ridurre le retribuzioni dei dipendenti del 5,95%. Sheryl Sandberg nel 2018 ha guadagnato 23,7 milioni di dollari, praticamente quello che serve alla protezione di Mark Zuckerberg. Perché il ragazzo senta improvvisamente la necessità di una maggiore sicurezza personale non è esattamente chiaro, anche se è certamente diventato più di alto profilo nel corso dell’ultimo anno. Si è assunta la responsabilità di diversi scandali, tra cui quello di Cambridge Analytica e i più recenti sulla difficoltà di accessi a Facebook, Instagram e WhatsApp e anche il popolo di haters pare essere cresciuto a dismisura ma questi giustifica la strategia?

Forse il giovane sta diventando un po’ paranoico. Solo a marzo, avevamo letto varie, buffe, notizie sulla vita professionale del fondatore. Tra queste, la presenza di vetri antiproiettili nella stanza dei bottoni e una schiera di persone pronte a fare da scudo (sono allenati per questo), qualora avvertano del pericolo intorno. Ma non solo: in pieno stile Monty Burns, sotto la sedia di Zuck si celerebbe una botola con uno scivolo, pronta a catapultare l’imprenditore in un altro posto, magari al centro della Terra, pur di metterlo in salvo da una minaccia improvvisa, fosse anche quella di un giornalista in cerca di risposte.

E allora…#buongiornounCaffo

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