Radiazioni su Marte: missioni per ora impossibili

I ricercatori dell'ESA stanno studiando un modo per proteggere gli astronauti dalle radiazioni di Marte, visto che una missione ora sarebbe impossibile.
I ricercatori dell'ESA stanno studiando un modo per proteggere gli astronauti dalle radiazioni di Marte, visto che una missione ora sarebbe impossibile.

C’è vita su Marte? Il dibattito è tuttora aperto, ma sembrerebbe che – almeno a oggi – l’essere umano non potrebbe metterci piede. Gli astronauti verrebbero infatti bombardati con radiazioni 700 volte superiori a quelle presenti sulla Terra.

L’agenzia spaziale europea (ESA) ha riunito un team interdisciplinare di ricercatori al fine di saperne di più su un’eventuale permanenza dell’uomo sul Pianeta Rosso e sulle radiazioni spaziali. Si tratta di studiosi che stanno lavorando con costanza a linee guida sui rischi per gli astronauti che viaggeranno oltre la Luna. Stanno anche testando campioni biologici, materiali elettronici e schermanti che potrebbero far fronte ai raggi cosmici (ricreati artificialmente in laboratorio come banco di prova). Peccato che le notizie non siano delle migliori: un astronauta verrebbe infatti esposto ad almeno il 60% del limite totale di dose di radiazioni di tutta la sua carriera compiendo solo un viaggio di sei mesi su Marte.

Il fisico esperto nelle radiazioni Marco Durante ha così spiegato:

Un giorno nello spazio è equivalente alla radiazione ricevuta sulla Terra per un anno intero. Al momento non ci è possibile mandare nessuno su Marte a causa delle radiazioni, oltrepasseremmo i limiti di dose accettabili. Il vero problema è la grande incertezza che circonda i rischi. Non capiamo molto bene come funzionano le radiazioni spaziali e gli effetti a lungo termine sono sconosciuti.

Per chi non lo sapesse, l’atmosfera terrestre e il campo magnetico agiscono per proteggerci dal bombardamento dei raggi cosmici. Nello spazio e su Marte, dove il campo magnetico intrinseco è inesistente e l’atmosfera è relativamente sottile, gli astronauti non hanno le stesse protezioni che hanno qui sulla Terra. Durante le missioni spaziali più lunghe, si ipotizza che il bombardamento dei raggi cosmici potrebbe aumentare i rischi di cancro e causare danni al cervello, al sistema nervoso centrale e al cuore.

Bombardando campioni di cellule biologiche e diversi tipi di materiali con delle radiazioni generate artificialmente, i ricercatori sperano di trovare un modo per proteggersi da quelle cosmiche e, a quanto pare, gli studi stanno dando i loro frutti: sembrerebbe infatti che il litio sia un materiale promettente per la schermatura durante le missioni planetarie.

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