Giffoni Innovation Hub, la Generazione Z

Elena Galletti, Innovation Manager di Giffoni Innovation Hub, ci ha raccontato cosa è emerso dall'Osservatorio sulla Generazione Z realizzato a Giffoni.
Giffoni Innovation Hub, la Generazione Z
Elena Galletti, Innovation Manager di Giffoni Innovation Hub, ci ha raccontato cosa è emerso dall'Osservatorio sulla Generazione Z realizzato a Giffoni.

Elena Galletti, Innovation Manager di Giffoni Innovation Hub, ha lanciato a Giffoni una sfida di realizzare un Osservatorio sulla Generazione Z (target 13-24 anni) durante il Giffoni Film Festival. L’obiettivo finale era di comprendere i gusti, gli atteggiamenti e le tendenze dei Giffoners. Al progetto ha partecipato il Dream Team a cui è stato affidato una challenge e cioè di utilizzare le giornate del Giffoni Film Festival per incontrare i ragazzi del Film Festival ed indagare su quelle che sono le loro caratteristiche, cercando di capire se si può andare oltre a quelli che sono gli stereotipi che circondano questa generazione.

Per realizzare questo Osservatorio sono state applicate diverse metodologie. Innanzitutto è stata utilizzata la Gamified Conversational Chatbot, cioè la survey in sala. In secondo luogo, è stato utilizzato il design thinking per la definizione delle priorità di indagine, poi interviste sul campo ed infine le interpretazioni simboliche associate a immagini e parole.

Webnews ha avuto la possibilità di approfondire i risultati dell’Osservatorio sulla Generazione Z direttamente con Elena Galletti per comprendere meglio cosa fosse emerso.

L’Osservatorio si è focalizzato su cinque temi specifici: Save the Planet, Arte, Always Connected Life, Influencer e Moda, Rapporto col cibo.

Elena Galletti ci ha raccontato di come il tema dell’arte abbia presentato grosse sorprese. In termini di tecnologia sono state portate le esperienze dei ragazzi nei musei esteri dove si sperimentano device per la visita assistita o dove sono presenti altre soluzioni per simulare determinati aspetti sensoriali. Un modo per favorire la visita anche ai portatori di disabilità come i non vendenti.

Per quanto riguarda l’informazione, l’Osservatorio ha evidenziato di come l’utilizzo dei social sia molto frammentato. La parte da leone la fa YouTube che è utilizzato dai ragazzi come fonte di addestramento e di formazione. Elena Galletti ha voluto sottolineare fortemente questo aspetto e cioè che i ragazzi utilizzano questa piattaforma non passivamente ma per imparare a fare nuove cose sfruttando, per esempio, i molti tutorial che sono a disposizione.

Sul tema degli Influncer, Elena Galletti ha raccontato che i ragazzi non vivono il rapporto con queste figure come dei semplici follower. Non sono infatti facilmente influenzabili e cercano piuttosto di instaurare un rapporto one to one intimo e di fiducia che può andare a sostituire, da un certo punto di vista, il classico rapporto docente – allievo. Non sono quindi influenzati dai brand e dalle mode che vengono reclamizzati quanto piuttosto sono disposti a prendere degli esempi di comportamento sullo stile di vita per farli propri.

Tendono quindi a creare una relazione alla pari piuttosto che gerarchica, quasi come se gli Influncer fossero dei fratelli maggiori a cui chiedere consigli su come comportarsi. In termini di comunicazione hanno quindi bisogno di creare un rapporto di fiducia.

Elena Galletti ha sottolineato che quanto emerso in tal senso deve fa riflettere su come ci si deve porre per comunicare. Se gli stimoli arrivano da YouTube e dagli Influencer, bisogna tenerne conto per veicolare temi importanti come, per esempio, la sicurezza sul Web.

Altro dato molto interessante emerso dall’Osservatorio sono i video ASMR che stimolano molti aspetti sensoriali dei ragazzi, suscitando emozioni o arrivando a rilassarli. Proprio per questo sono molto apprezzati. Questo fa capire che i messaggi veicolati in maniera pacata possono essere meglio recepiti di quelli urlati. Dall’Osservatorio è emersa, infatti, una generazione che rifiuta l’imposizione dei messaggi urlati.

Si pensi, per esempio, a quelli di Greta Thunberg che sono stati fortemente recepiti proprio perché pacati, ritmati e mai aggressivi.

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