TikTok penalizza video di utenti disabili e LGBTQ+

TikTok ha deciso di rendere meno virali i contenuti pubblicati da utenti disabili e omosessuali per proteggerli dal bullismo.
TikTok ha deciso di rendere meno virali i contenuti pubblicati da utenti disabili e omosessuali per proteggerli dal bullismo.

TikTok, piattaforma incentrata sulla condivisione di brevi video, pare abbia limitato la portata (o reach) degli utenti con disabilità al fine di proteggerli. In particolare, le persone con sindrome di Down e deturpazione del volto.

L’obiettivo del social cinese è quello di difendere questa cerchia di utenti da atti di bullismo, purtroppo frequenti in rete. Tuttavia, la pratica potrebbe sembrare alquanto discriminatoria e il problema è aggravato dai moderatori, che troppo spesso si trovano a dover prendere decisioni rapide su tratti somatici e condizioni mentali degli utenti. In sostanza, l’algoritmo di TikTok va a penalizzare i contenuti di tutte quelle persone che potrebbero essere potenziali vittime di bullismo.

Ma le persone con disabilità non sono le uniche che la piattaforma social avrebbe deciso di sfavorire: a quanto pare, la limitazione della portata riguarda anche gli utenti omosessuali e in sovrappeso (che, secondo la società, sarebbero sempre soggetti vulnerabili). Ma in che modo i contenuti saranno resi meno virali? Secondo quanto riportato da Netzpolitik, blog tedesco che si occupa di diritti e cultura digitale, i contenuti pubblicati da persone disabili saranno visibili solo nel Paese in cui sono stati caricati. Questo significa che la portata per questa cerchia di utenti è inferiore non di poco, ma di tantissimo rispetto agli standard.

In Germania e in Cina, addirittura, alcuni moderatori di TikTok hanno inserito questi contenuti in sezioni “non consigliate”, che impediscono ai video di comparire fra i suggeriti dell’algoritmo. Una soluzione che mira a proteggere le minoranze, ma si fatica a credere che tagliare fuori in questo modo l’utenza possa essere il modo giusto di salvaguardarla, vista la già ridotta rappresentanza di disabili e persone LGBTQ+ sui social media.

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