TikTok, politiche più restrittive per i video

TikTok ha aggiornato le sue linee guida per garantire maggiore sicurezza ai minori e per arginare la disinformazione.
TikTok ha aggiornato le sue linee guida per garantire maggiore sicurezza ai minori e per arginare la disinformazione.

TikTok ha aggiornato le sue politiche relative alla community, per garantire un ambiente “favorevole e accogliente”. Per essere più precisi, la piattaforma ha deciso di correre in soccorso dei minori per difenderli maggiormente. Il che non sorprende, considerando l’età media degli utenti di TikTok. In sostanza, se finora le linee guida vietavano semplicemente “contenuti sessualmente espliciti con minori”, adesso viene sottolineato che “non sono consentiti neppure contenuti con minori coinvolti in comportamenti delinquenziali”.

Per “comportamento delinquenziale” di un minorenne, la società intende video “raffiguranti giovani che consumano, possiedono o sono in procinto di consumare bevande alcoliche, droghe o tabacco”.

Inoltre, la piattaforma adesso ha regole più rigide sui video con armi da fuoco. TikTok non consentirà più la “rappresentazione, il commercio o la promozione di pistole e fucili, munizioni, accessori di questo genere o esplosivi”. Inoltre, non saranno più ammessi i video tutorial su come fabbricare armi. Come se non bastasse, TikTok afferma di non tollerare più contenuti che “minacciano di violenza verbale o fisica” un individuo o un gruppo in base a razza, etnia, nazione, orientamento sessuale, genere, malattia/disabilità e religione.

Come altre piattaforme che si stanno preparando per le elezioni presidenziali statunitensi, l’azienda ha inoltre affrontato le campagne di disinformazione (per esempio, Facebook ha deciso di vietare i video deepfake). Le nuove regole della piattaforma social avvertono che sarà eliminato qualsiasi contenuto che “induca in errore i membri della community riguardo alle elezioni”.

Lo scorso mese, la piattaforma incentrata sulla condivisione di brevi video ha limitato la portata degli utenti con disabilità, ma – secondo i dirigenti – per una giusta causa: voleva infatti proteggere queste persone dal bullismo, specie le persone con sindrome di Down e deturpazione del volto.

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