Facebook pronto a eludere le tariffe Apple su transazioni in-app

Facebook trova un modo per aggirare la tassa del 30% di Apple sulle transazioni in-app. Un nuovo tassello nella guerra tra i due colossi?
Facebook trova un modo per aggirare la tassa del 30% di Apple sulle transazioni in-app. Un nuovo tassello nella guerra tra i due colossi?

Facebook sembrerebbe aver trovato un modo per aggirare la tassa del 30% di Apple sulle transazioni in-app attraverso dei collegamenti di abbonamento personalizzati per i creatori. Mark Zuckerberg, CEO della società madre di Facebook, ovverosia Meta, ha annunciato infatti che i creatori di contenuti saranno presto in grado di condividere collegamenti Web personalizzati che serviranno a indirizzare i propri fan a pagare gli abbonamenti utilizzando come sistema quello nativo del noto social.

Se un fan si iscrive tramite il link anziché l’abbonamento in-app di Apple, l’autore potrà poi mantenere tutti i soldi guadagnati, tranne ovviamente quanto dovuto per le tasse. La funzione di abbonamento a Facebook, che consente ai creatori di addebitare su base ricorrente l’accesso a contenuti esclusivi, è disponibile in 27 Paesi e accessibile a coloro che soddisfano determinati requisiti di idoneità.

Facebook, niente commissioni per i creators

“Mentre operiamo per il futuro e per costruire  il metaverso, ci concentriamo anche sullo sbloccare l’opportunità per i creatori di guadagnare dal loro lavoro”, ha detto Zuckerberg in un post su Facebook. “Da questo punto di vista le commissioni del 30% che Apple assume sulle transazioni rendono più difficile farlo, quindi stiamo aggiornando il nostro sistema abbonamenti in modo che ora gli autori possano guadagnare di più”. E a partire da dicembre, i creatori di Facebook potranno scaricare le email dei propri iscritti direttamente dall’azienda.

Con questa iniziativa  il colosso di Menlo Park tiene fede a una “promessa” fatta qualche mese fa, quando annunciando una nuova interfaccia per i creators per monitorare costi e guadagni, dichiarò che non avrebbe chiesto per un certo periodo agli autori di contenuti alcuna commissione per i guadagni ottenuti con eventi online, abbonamenti sottoscritti dai follower e i badge inviati dai fan, per i quali si pagano delle quote prestabilite. E che le commissioni introdotte in un secondo momento, probabilmente dal 2023, sarebbero state inferiori a quelle stabilite da Apple (e Google).

Di fatto, Facebook sta operando in una zona grigia in relazione alle regole di Apple per l’App Store, che vieta alle app iOS di offrire opzioni di pagamento alternative per l’acquisto di beni digitali.

Con questo metodo è il creatore (o lo sviluppatore) dell’app, non Facebook, a invitare le persone a pagare un abbonamento sul web. Da Menlo Park, infatti, provano a sminuire la vicenda, sottolineando come il social “non sta rimuovendo la possibilità per gli utenti di abbonarsi o pagare un creator utilizzando il sistema di pagamento nativo di Apple”. Tant’è, riferisce un portavoce, che Facebook pagherà ai creatori un bonus compreso tra i 5 e i 20 dollari per ogni nuovo abbonato, indipendentemente dal fatto che questi paghino tramite il collegamento web personalizzato o i sistemi di Cupertino (e Google).

Dietro a questa mossa del gigante dei social, tuttavia, da non escludere anche una sorta di rivincita nei confronti di Cupertino, che lo scorso 26 aprile ha aggiornato il sistema operativo iOS introducendo la possibilità per i propri utenti di escludere il tracciamento delle app a fini pubblicitari grazie alla App Tracking Transparency. Cosa che ha creato non pochi problemi alla pubblicità mirataimportantissima nel business del gruppo di Mark Zuckerberg, visto che ne rappresenta una grossa fetta dei guadagni. Secondo il Financial Times, a seguito dell’iniziativa di Apple, i social media come Facebook, Twitter, YouTube e Snap hanno subito un calo delle entrate pari a 9,85 miliardi di dollari.

 

 

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