Auto elettrica, un fallimento all'italiana

In Italia sono stati spesi solo 6300 euro per le colonnine elettriche contro i 50 milioni stanziati; il paese deve accelerare nella mobilità sostenibile.
Auto elettrica, un fallimento all'italiana
In Italia sono stati spesi solo 6300 euro per le colonnine elettriche contro i 50 milioni stanziati; il paese deve accelerare nella mobilità sostenibile.

In Italia l’auto elettrica fatica a prendere piede. La colpa, però, non sarebbe da ricercarsi nei costi di queste auto, ma piuttosto della scarsa presenza di colonnine di ricarica sul territorio italiano che di fatto limitano le possibilità di spostamento dei possessori delle auto elettriche. La colpa di questa scarsa diffusione, però, non deriva da un problema di costi per la loro installazione ma piuttosto da una cattiva gestione amministrativa in quanto sono stati spesi pochissimi dei fondi stanziati per spingere l’Italia verso una mobilità più sostenibile.

Infatti, una relazione della Corte dei Conti ha evidenziato come dei 50 milioni di euro di fondi stanziati per il triennio 2013 al 2015, il Paese ne abbia spesi appena 6300. I numeri dell’inefficienza italiana sono impressionanti, su 50 milioni di fondi per le colonnine elettriche ne sono stati spesi appena “6 mila e 300” cioè è stato appena scalfito il budget a disposizione. A peggiorare il quadro già piuttosto cupo il fatto che questi 6300 euro non sono stati spesi per le colonnine ma per stampare solamente i bandi di gara per gli enti locali. Trattasi di una situazione imbarazzante che mostra ancora una volta l’inefficienza del paese ed un certa pigrizia verso l’innovazione.

Il problema è che non c’è molto tempo per recuperare. Secondo, infatti, il rapporto “Segnali 2016” dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, i trasporti sono responsabile del 30% del consumo finale complessivo di energia nei paesi europei, e più del 20% delle emissioni di gas serra e di una parte considerevole dell’inquinamento atmosferico. Una macchina elettrica, dunque, può consentire un potente miglioramento sul fronte dell’inquinamento visto che si avrebbe per ogni auto una diminuzione del 35% delle emissioni di gas serra.

Purtroppo, a causa della pigrizia dell’italia, le immatricolazioni di queste auto non hanno superato lo 0,1% nel 2016, in calo addirittura rispetto all’anno precedente. Se il paese avesse creato l’infrastruttura necessaria probabilmente le cose sarebbero diverse e le auto elettriche potrebbero rapidamente diffondersi. La stessa Corte dei Conti invita il Ministero dei Trasporti ad accelerare sulla realizzazione delle colonnine puntando su quelle a ricarica rapida.

Ministero che ha provato a difendersi affermando di essere entrato in un labirinto pieno zeppo di attori differenti con cui dialogare per realizzare l’infrastruttura. Il dato oggettivo, comunque, era che per il solo 2016 erano state promesse 150 stazioni di ricarica in autostrada, 150 stradali e 150 tra porti, aeroporti e parcheggi. Colonnine, ovviamente, mai sorte. Attualmente in Italia ci sono 1700 punti di ricarica, per lo più nelle grandi città e sorti per volontà di aziende private.

L’Italia deve, dunque, accelerare sul fronte della mobilità elettrica. Di pochi giorni fa la notizia che è uscito sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 257/2016 che pone le basi per la creazione di un’infrastruttura di colonnine di ricarica elettrica in Italia. L’auspicio, dunque, è che dalle chiacchiere si passi rapidamente ai fatti.

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