Backdoor NSA in Windows 7? Microsoft rassicura gli utenti

Nei giorni scorsi un ufficiale della NSA (National Security Agency) aveva dichiarato pubblicamente che l’agenzia statunitense ha collaborato in modo attivo con Microsoft alla realizzazione di Windows 7, dando così vita ad alcune voci secondo le quali nel codice del nuovo sistema operativo sarebbe stata introdotta una backdoor in grado di fornire alle forze dell’organismo governativo USA accesso ai computer degli utenti.

Considerato il montare della polemica, che è arrivata a smuovere addirittura l’interesse di alcuni avvocati, l’azienda di Redmond ha deciso di pronunciarsi in merito, precisando che si tratta solamente di voci infondate.

Nessun rischio per la privacy dunque, secondo quanto dichiarato da Microsoft sulle pagine di ComputerWorld, che ha inoltre specificato come NSA abbia contribuito allo sviluppo di Windows 7: secondo un portavoce, la collaborazione ha avuto come scopo il garantire un elevato grado di sicurezza nell’esecuzione dei prodotti Windows e Office all’interno di ambienti di lavoro come quello dell’agenzia in questione, niente che riguardi l’utente finale.

Come segnalato da Yahoo Tech, la vicenda ricorda da vicino quella che nell’ormai lontano 1993 vide protagonisti i processori Clipper, i cui progettisti decisero di sfruttarne l’architettura per garantire l’accesso ai computer da remoto, andando incontro ad un catastrofico fallimento dell’iniziativa.

Tutto risolto dunque? Basteranno le parole di Microsoft a calmare le acque su una vicenda dai risvolti ancora poco chiari?

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