Dal Crunchpad allo Joo Joo

Dopo la nota vicenda del CrunchPad andato in fumo per la rottura degli accordi tra Michael Arrington e la Fusion Garage, il dispositivo prende comunque forma. Il prezzo sarà attorno ai 500 dollari. Schermo da 12 pollici, 4GB di memoria, processore Atom
Dopo la nota vicenda del CrunchPad andato in fumo per la rottura degli accordi tra Michael Arrington e la Fusion Garage, il dispositivo prende comunque forma. Il prezzo sarà attorno ai 500 dollari. Schermo da 12 pollici, 4GB di memoria, processore Atom

La vicenda del CrunchPad ha già fatto discutere ben oltre i meriti di un progetto finito al macero prima ancora delle presentazioni ufficiali. A distanza di pochi giorni dalla marcia indietro di Michael Arrington, però, il Crunchpad sembra riprendere forma sotto nuovo nome, con tanto di video e dimostrazioni delle qualità che il peculiare tablet intende portare sul mercato.

Il Crunchpad d’ora in poi prenderà il nome di Joo Joo. Motore Linux, schermo da 12.1 pollici, touchscreen capacitivo e processore Atom 1.6GHz. La memoria interna è minima: appena 4GB in tutto, senza nemmeno alcuno slot per card esterne. Prezzo di vendita base previsto attorno ai 500 dollari (dunque più dei 300/400 auspicati in precedenza). Sullo Joo Joo non sarà possibile installare alcun software: l’intero device è studiato attorno alla figura del browser, dal quale diviene possibile far girare qualsivoglia applicazione Web tramite connettività (WiFi o eventualmente 3G). Il concetto, quindi, è del tutto simile a quello di Chrome OS, ma in questo caso il progetto non fa capo al sistema operativo di Mountain View e concentra inoltre la propria mission sulla produzione hardware piuttosto che non sulla creazione di una piattaforma.

Joo Joo

Joo Joo

Lo Joo Joo è pensato esclusivamente per far girare applicazioni online. Così facendo è possibile limitare pesantemente le dotazioni hardware in uso, portando peraltro tra la concorrenza un esperimento del tutto peculiare, unico per genere e per concezione, in grado quindi potenzialmente di stimolare una nicchia di mercato ad oggi mai stuzzicata. La dimostrazione fattiva del device è stata portata online da Chandra Rathakrishnan, CEO Fusion Garage, l’elemento di congiunzione tra i propri investitori e Michael Arrington prima che la collaborazione andasse clamorosamente a monte:

Il dispositivo sembra pendere oggi da due variabili fondamentali. Da una parte v’è il prezzo, ad oggi il primo collo di bottiglia sul quale potrebbe rallentare il processo di vendita del prodotto; dall’altra vi sono le carte processuali per la denuncia con cui Arrington intende difendere i diritti acquisiti in fase di progettazione e promozione del CrunchPad. Di per sé l’idea appare per il resto interessante, potenzialmente in grado di ritagliarsi una prima minima fetta di mercato inserendosi tra gli smartphone ed i netbook, in alternativa agli e-reader e al di fuori dalla competizione con Laptop e Desktop Pc.

A partire dall’11 Dicembre sarà possibile richiedere le prime prenotazioni, le quali saranno evase entro 8/10 settimane. A quel punto sarà già probabilmente tutto più chiaro.

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