DRAM LPDDR5 da 16 GB, Samsung avvia la produzione

Samsung ha avviato la produzione di massa della memoria DRAM LPDDR5 da 16 GB, utilizzata per la prima volta nel recente Galaxy S20 Ultra.
Samsung ha avviato la produzione di massa della memoria DRAM LPDDR5 da 16 GB, utilizzata per la prima volta nel recente Galaxy S20 Ultra.

Samsung ha avviato la produzione di massa della memoria DRAM LPDDR5 da 16 GB destinata agli smartphone di fascia alta, tra cui il Galaxy S20 Ultra (in Italia non viene venduta la versione con 16 GB). Questa nuova tecnologia offre prestazioni elevate che consentono di eseguire compiti più impegnativi. Il produttore ha presentato anche il chip per la protezione dei dati integrato nella serie Galaxy S20.

Un modulo di memoria DRAM LPDDR5 da 16 GB è composto da otto chip da 12 Gb e quattro chip da 8 Gb per un totale di 128 Gb. Il Galaxy S20 Ultra integra dunque una quantità di RAM superiore a quella presente in molti notebook di fascia alta. Una simile capacità viene sfruttata principalmente durante l’esecuzione dei giochi, ma anche durante l’elaborazione delle immagini in altissima risoluzione. La velocità di trasferimento dei dati raggiunge i 5.500 Mbps, quindi la memoria LPDDR5 è circa 1,3 volte più veloce della precedente LPDDR4X (4.266 Mbps).

I chip DRAM LPDDR5 da 16 GB sono realizzati con tecnologia di processo a 10 nanometri nello stabilimento di Pyeongtaek (Corea del Sud). Samsung ha pianificato un incremento della produzione e l’avvio dello sviluppo dei futuri chip da 6.400 Mbps. Ovviamente la nuova memoria verrà offerta anche ad altri produttori di smartphone. Al momento il Galaxy S20 Ultra è l’unico con 16 GB di RAM LPDDR5.

Con la serie Galaxy S20 è stata introdotta un’altra novità hardware. I tre smartphone integrano infatti il chip S3K250AF che protegge i dati sensibili, come password, numeri della carta di credito e chiavi crittografiche. La soluzione di sicurezza, che ha ricevuto la certificazione Common Criteria Evaluation Assurance Level (CC EAL) 5+, isola i dati da quelli memorizzati nello storage UFS tradizionale, bloccando eventuali attacchi da parte di malintenzionati.

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