Trump ancora contro Apple: "Deve sbloccare iPhone"

Nuova contrapposizione tra Donald Trump e Apple: il Presidente USA ribadisce il desiderio di una backdoor di stato per l'analisi degli iPhone.
Nuova contrapposizione tra Donald Trump e Apple: il Presidente USA ribadisce il desiderio di una backdoor di stato per l'analisi degli iPhone.

Donald Trump non molla il colpo sulla questione dello sblocco degli iPhone a fini d’indagine. Il Presidente degli Stati Uniti, dopo aver bacchettato Apple via Twitter qualche giorno fa, è tornato sull’argomento a margine della sua partecipazione al World Economic Forum di Davos. Secondo il magnate, l’assenza di una backdoor a scopi legali potrebbe proteggere “le menti più criminali”. Eppure Apple ha più che abbondantemente spiegato le proprie ragioni: l’implementazione di una “backdoor di stato” rappresenterebbe una porta anche ai malintenzionati.

La questione tornata ciclicamente in auge, di recente con il caso dello sblocco degli iPhone appartenuti all’attentatore di Pensacola. Da iOS 8 in poi, Apple ha implementato una crittografia end-to-end, tale da rendere impossibile alla stessa azienda il recupero dei dati salvati sui dispositivi. Apple ha quindi negato il proprio aiuto all’FBI per lo sblocco di questi terminali, fornendo però l’accesso a eventuali backup salvati sui server di iCloud. Per commentare questa decisione, Trump aveva deciso di far capolino sulla piattaforma Twitter, riservando parole dure all’azienda e ricordando alla stessa mela morsicata tutti gli aiuti ottenuti dall’esecutivo a stelle e strisce.

Linea, quest’ultima, mantenuta anche a Davos: Trump ha ricordato di aver “fornito esenzioni” al gruppo di Cupertino, aggiungendo di non essere particolarmente preoccupato dall’eventualità che una backdoor possa finire nelle mani sbagliate:

Quando hai a che fare con la droga, con il terrorismo e con gli assassini, non mi interessa [che le chiavi di decrittazione possano finire nelle mani sbagliate, ndr].

Così come già accennato, da qualche anno Apple ha sposato una politica aziendale che mette al centro la privacy dell’utente, fornendo strumenti affinché il controllo dei dati sia sempre nelle mani dello stesso consumatore anziché di terzi. Sul fronte del blocco degli iPhone, anche i principali competitor hanno concordato con la società di Cupertino: introdurre delle backdoor, per quanto lo scopo possa essere nobile, potrebbe mettere a rischio milioni di dispositivi sparsi in tutto il mondo. La questione, di conseguenza, non è di semplice risoluzione.

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