Francia: anche Soulseek finisce davanti al giudice

È solo di una settimana fa la notizia dell’azione legale portata avanti dalla SPPF, la Société civile des Producteurs de Phonogrammes en France, contro Vuze, Limewire e Sourceforge ma a quanto pare la caccia alle streghe non sembra essersi calmata.

Questa volta a pagarne le conseguenze è Soulseek, noto programma dedicato al file sharing, chiamato in causa da altre due associazioni francesi: la SACEM (Société des auteurs, compositeurs et éditeurs de musique) e la SCPP (Société civile des producteurs phonographiques), che rappresenta diverse case discografiche tra cui Universal, Warner, EMI e BMG.

Soulseek, nato da un’idea di Nir Arbel, ex programmatore del famoso Napster, è stato concepito con lo scopo di aiutare gli artisti emergenti e indipendenti a far conoscere la propria musica attraverso la rete; proprio per questo motivo la maggior parte dei brani presenti nel network viene distribuita gratuitamente e sotto licenza Creative Commons.

Secondo una legge francese, entrata in vigore nel 2006, la sola distribuzione di un programma che favorisce la condivisione di file protetti dal diritto d’autore tramite il Web, può costare molto cara ai responsabili: per loro è prevista la reclusione fino a 3 anni più una multa che può arrivare fino a trecentomila euro.

Si prevedono quindi tempi duri per il peer to peer in Francia. Infatti, se i processi contro questi quattro client dovessero risolversi a favore delle tre società schierate dalla parte dell’industria musicale francese, si trasformerebbero ben presto in pericolosi precedenti per tutte le altre applicazioni di file sharing che ancora popolano la rete.

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