Gli Smart Tag di Explorer 6

La nuova versione beta di Microsoft Internet Explorer 6 integra le funzionalità per gli Smart Tag. Finalmente possiamo vedere all'opera un'altra criticata funzione futura del browser di Redmond.
La nuova versione beta di Microsoft Internet Explorer 6 integra le funzionalità per gli Smart Tag. Finalmente possiamo vedere all'opera un'altra criticata funzione futura del browser di Redmond.

Cosa sono gli Smart Tag

Da ieri è disponibile sul sito della Microsoft una nuova Preview Release del browser Internet Explorer 6. Rispetto alla precedente c’è una grossa novità. Questo nuovo Explorer integra finalmente la tecnologia Smart Tags che, svelata tempo fa da un giornalista del Wall Street Journal, ha sollevato non poche critiche da parte dell’intera comunità Web, spingendo probabilmente Microsoft a rivelare del tutto ciò che si nasconde dietro la sua scelta.



Per chi non lo sapesse, gli Smart Tag sono delle opzioni avanzate, integrate in Word 2002, Excel 2002, Outlook 2002 e Microsoft Internet Explorer 6, che creano automaticamente un link su determinate parole con rimando a contenuti contestuali. Ciò significa che se, per esempio, durante la scrittura di una e-mail (oppure durante la scrittura di un testo con Word) digitiamo una parola riconosciuta come Smart Tag, Outlook aprirà direttamente una piccola finestra con un elenco di azioni (Smart Tag Actions) da poter operare su quella determinata parola. Le azioni da compiere variano per ogni Smart Tag in dipendenza di ciò che lo sviluppatore ha previsto per ogni singola parola.



Ogni Smart Tag può essere infatti personalizzato a seconda delle proprie esigenze. Il documento Developing Simple Smart Tags reperibile sul sito Microsoft dà conto di come poter sviluppare in pochi passi un proprio Smart Tag da utilizzare contemporaneamente su tutte le applicazioni Microsoft compatibili con il sistema. Vediamone alcuni aspetti.



Come creare uno Smart Tag

Ogni Smart Tag può essere implementato o attraverso i comuni strumenti di sviluppo Microsoft (come ad esempio gli ambienti di sviluppo Visual Basic e Visual C++, oppure con il futuro Smart Tag Software Development Kit) o attraverso l’utilizzo del sempre più pervasivo linguaggio XML. La sintassi è abbastanza semplice e può essere visualizzata direttamente nell’articolo citato poco sopra. Schematizzando si può dire che per ogni Smart Tag bisognerà specificare:


  • La lingua (secondo la tabella degli ID delle impostazioni internazionali) per la quale lo Smart Tag dovrà essere visualizzato
  • Alcuni identificativi univoci dello Smart Tag
  • Le parole che dovranno essere associate allo Smart Tag (possono essere associate al medesimo Smart Tag più parole distinte da una virgola)
  • Le azioni da compiere una volta attivato lo Smart Tag

Una volta inserito il file XML nella cartella del proprio computer dedicata agli Smart Tag (all’installazione di Internet Explorer 6 ne viene creata una sotto C:ProgrammiFile comuniMicrosoft SharedSmart Tag) sarà possibile verificare le funzionalità della soluzione.



Gli Smart Tag sono corretti?

Il sistema ha provocato subito la reazione di molti webmaster e webeditor. Il ragionamento è semplice: gli Smart Tag vengono utilizzati all’interno degli strumenti di produttività come Word o Outlook, perché può essere decisamente utile per facilitare alcune operazioni di collegamento fra dati, ma è inconcepibile che la pagina creata da un webmaster con un determinato tipo di contenuti venga modifica dai link degli Smart Tag. In più, si aggiungeva, questi link punteranno sicuramente verso siti Microsoft in modo da creare un Web Microsoft-centrico.



Il problema posto in questi termini appare sfocato. Le ragioni forse andrebbero cercate a monte, nell’effettivo monopolio delle tecnologie di accesso e creazione dei dati, dunque dell’informazione, partito da Redmond.



Tuttavia, per evitare l’utilizzo degli Smart Tag si potranno comunque seguire alcune strade. Dal lato utente si potrà evitare di attivare la funzione (Explorer viene installato con la funzione disattivata), si potrà evitare di installare gli Smart Tag distribuiti dai siti e si potrà, infine, attivare lo Smart Tag quando si vuole agendo su un nuovo pulsante a forma di punto esclamativo della barra di Explorer. Dal lato Webmaster – per evitare che le proprie pagine siano “sfigurate” dai nuovi tag – si dovrà aggiungere un Meta Tag tutto nuovo ().



Quest’ultimo punto è abbastanza controverso: perché non rovesciare il procedimento e far utilizzare il Meta Tag a chi vuole utilizzare nel sito gli Smart Tag piuttosto che a coloro che invece non vogliono? Perché prevedere a priori tutti i siti vogliono utilizzare gli Smart Tag? Di questa controversia si sentirà sicuramente parlare…

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