Google Transparency Report, le richieste dei governi

Google diffonde i dati sul Transparency Report del 2012, utile a comprendere quanti e quali siano state le richieste pervenute da parte dei governi.
Google diffonde i dati sul Transparency Report del 2012, utile a comprendere quanti e quali siano state le richieste pervenute da parte dei governi.

Google ha condiviso online il nuovo Google Transparency Report 2012 utile a comprendere quante e quali siano state le richieste di censura da parte dei governi di tutto il mondo circa i contenuti Web che vengono indicizzati dal motore di ricerca. Non mancano anche dati utili ad approfondire la situazione italiana.

Il nuovo Transparency Report riguarda due tipi di richieste: quelle governative per la censura dei contenuti e quelle affinché il gruppo Mountain View consegni informazioni relative agli utenti. La relazione non fornisce dati positivi visto che sempre più governi stanno chiedendo a Google di rimuovere i contenuti dalla propria piattaforma.

Nella prima metà del 2012 Google ha registrato 20.938 richieste di intervento per esibizione dei dati personali, numeri in netto aumento rispetto ai primi sei mesi del 2011. Circa 2.000 richieste, invece, hanno riguardato la censura dei contenuti, ovvero quasi il doppio del 2011. Ecco il commento di bigG.

È la sesta volta che pubblichiamo questi dati e il trend è diventato più che chiaro: la sorveglianza governativa è in rapido aumento.

In mezzo a tanti dati e numeri continua a sorprendere l’atteggiamento degli Stati Uniti che, da solo, chiedono a Google un terzo delle azioni di intervento a livello globale. Curioso il caso della Turchia, dove l’azienda di Brin e Page ha visto un aumento delle richieste relative ai dati degli utenti pari a oltre il 1.000%. Questo governo si è dimostrato principalmente interessato ai contenuti riguardanti Mustafa Kemal Ataturk, che ha chiesto a Google di rimuovere.

Il governo italiano ha inoltrato 4.000 richieste di intervento sui dati degli utenti nel nostro paese (accettate solo nel 30% dei casi), riguardanti principalmente casi di diffamazione, violenza verbale, questioni di privacy e di copyright. Nel Regno Unito, invece, le richieste di censura sono aumentate del 98% su base annua e Google comunica che le stesse sono relative soprattutto a offese contro le forze di polizia.

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