Il Senato degli Stati Uniti potrebbe rivedere la legge sul copyright, il famigerato Digital Millennium Copyright Act (DMCA) che nei giorni scorsi ha permesso alla lobby delle case musicali di portare in giudizio 261 utenti Internet accusati di scambiare file protetti dal diritto d’autore sulle reti Peer to Peer.
L’indicazione emerge da un’audizione della Judiciary Committee del Senato americano tenuta ieri a Washington, presenti i rappresentanti della RIAA e del provider Verizon.
Al centro della controversia c’è la sezione 512 del DMCA. In questa parte si consacra il diritto di chiunque detenga diritti d’autore su una particolare opera di chiedere ed ottenere dal provider informazioni riservate di qualsiasi utente Internet, senza passare per la decisione di un giudice ma solo attraverso una procedura burocratica di autorizzazione.
«Basta riempire un solo modulo in cui si conferma la buona fede dei propri sospetti sulla violazione di un copyright e si può identificare chiunque utilizzi la rete Internet», ha dichiarato William Barr, consulente legale di Verizon.
Verizon è stato il provider che più di tutti si è opposto alle richieste di identificazione emesse dalla RIAA. Nella scorsa primavera fu costretta tuttavia, da una sentenza, a fornire i nomi di quattro suoi utenti accusati di violazione del copyright.
Lo stesso presidente della Judiciary Committee (una sorta di “Commissione Giustizia”) ha dichiarato di trovarsi d’accordo con le perplessità esposte dal rappresentante di Verizon. Nei prossimi 6 mesi la commissione esaminerà gli atti del DMCA per verificarne l’applicazione pratica. Se dovessero emergere abusi nei confronti della privacy degli utenti il DMCA potrà anche essere corretto.