Intel guadagna dalla guerra Usa-Cina

In rialzo le entrate di Intel rispetto a quanto stimato dagli analisti, anche grazie al divieto di rifornirsi da chipmaker con sede in Cina.
In rialzo le entrate di Intel rispetto a quanto stimato dagli analisti, anche grazie al divieto di rifornirsi da chipmaker con sede in Cina.

Intel ha riportato guadagni migliori del previsto per il secondo trimestre del 2019 (terminato a giugno), grazie alla corsa di molti clienti globali ai suoi chip, piuttosto che alle controparti, meno costose, provenienti dalla Cina. L’embargo, ancora attuale, che il Dipartimento del Commercio Usa ha attuato nei confronti dei fornitori governati da Pechino ha dunque dato un vantaggio sostanziale alla multinazionale americana.

Intel ha dunque confermato i risultati più alti rispetto alle previsioni di entrate per l’intero anno, allontanando i timori per un rallentamento globale delle vendite dovute alla crisi con Huawei. “I clienti preoccupati per il rischio di approvvigionamento nella seconda metà dell’anno possono stare tranquilli, visto che possiamo soddisfare la domanda nei prossimi trimestri” – ha dichiarato a Reuters il direttore finanziario di Intel, George Davis .

A maggio, Bloomberg aveva riferito che Huawei aveva accumulato abbastanza chip e altri componenti chiave prima del divieto di Trump, così da mantenersi operativa per almeno tre mesi. La società cinese è stata successivamente inserita nella lista nera dagli Stati Uniti, accusata di aiutare il governo nelle attività di spionaggio. Come spiegato da Davis, Intel ha ricominciato a vendere alcuni prodotti a Huawei, in conformità alle normative degli States, che però non hanno ancora fatto cadere del tutto l’embargo.

Nonostante ciò, l’industria globale dei chip sta subendo un rallentamento, secondo Gartner. L’agenzia di ricerca stima che il fatturato globale dei semiconduttori sarà di circa 429 miliardi di dollari quest’anno, un calo del 9,6% rispetto alla rilevazione 2018. Oltre a ciò, anche l’associazione industriale SEMI ha confermato che le vendite di chip scenderanno del 12-13% nell’anno in corso.

Tornando ai numeri di Intel, l’amministratore delegato Bob Swan ha dichiarato agli investitori che le entrate dell’azienda per il secondo trimestre sono state di 16,5 miliardi di dollari, superiori alla stima media degli analisti di 15,7 miliardi di dollari. Ha anche affermato che il gruppo prevede entrate del terzo trimestre di 18 miliardi di dollari, al di sopra della stima dei 17,72 miliardi di dollari, diffusa in precedenza dagli analisti. Swan ha inoltre rivelato che Intel sta attualmente producendo chip a 10 nm in due fabbriche e che i suoi piani per iniziare a produrre chip a 7 nm entro il 2021 sono sulla buona strada.

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