La webtax passa in Commissione

Clamoroso in Commissione Bilancio alla Camera: passa l'emendamento Carbone-Fanucci sulle partite iva per le società web. Sembrava già sconfitta.
Clamoroso in Commissione Bilancio alla Camera: passa l'emendamento Carbone-Fanucci sulle partite iva per le società web. Sembrava già sconfitta.

La webtax è passata in commissione alla Camera. La proposta di Ernesto Carbone, quella sulle partite iva per le multinazionali operanti in Italia, è stata approvata a maggioranza durante la discussione dei tanti emendamenti per la legge di stabilità. Ora tornerà al Senato, ma probabilmente sarà un testo blindato, quindi andrà alla fiducia.

Dopo le indiscrezioni sul blocco imposto dal Ministero dell’Economia nessuno era disposto più a credere nell’emendamento promosso dal PD per la partita iva alle web company. Nella classifica delle proposte, quella di Eduardo Fanucci ed Ernesto Carbone che obbliga l’acquisto di servizi online da operatori con partita Iva italiana sembrava aver lasciato il passo a proposte più integrate come quella sull’organizzazione stabile e la riforma del Testo Unico sulle imposte dirette oppure la proposta di legge Covello.

Invece, è notizia di pochi minuti fa che la versione per la Camera dell’emendamento fortemente promosso da Francesco Boccia e riportata in Parlamento dopo la cancellazione in Senato, è stata approvata. È lo stesso Carbone a commentare, uscendo dall’aula, questo voto:

Si tratta di un primo passo importante verso il nostro obiettivo, che riteniamo corretto: finalmente ci sarà più equità fiscale e coloro che realizzano profitti in Italia pagheranno più tasse.

Il testo dell'emendamento appena approvato in commissione alla Camera. È la nota webtax che era stata per morta.

Il testo dell’emendamento appena approvato in commissione alla Camera. È la nota webtax che era stata data per morta.

Cosa dice l’emendamento

L’emendamento appena approvato in sostanza fa scattare l’obbligo di apertura di un partita iva sia per i servizi di e-commerce sia per l’acquisto di link sponsorizzati, di banner. Questo significa che l’advertising può essere venduto soltanto da imprese con regolare partita iva. Il meccanismo è pensato per evitare o comunque arginare il fenomeno dell’acquisto di pubblicità estero-su-estero, che elude il fisco italiano. In pratica, riguarda il business delle transazioni tra imprese.

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