Le stampanti 3D potranno realizzare anche organi

La medicina abbraccia le stampanti 3D: entro 10 anni si produrranno organi artificiali da impiantare, oggi invece arrivano protesi per il cranio.
Le stampanti 3D potranno realizzare anche organi
La medicina abbraccia le stampanti 3D: entro 10 anni si produrranno organi artificiali da impiantare, oggi invece arrivano protesi per il cranio.

La rivoluzione delle stampanti 3D continua ad abbracciare nuovi campi, offrendo possibilità fino a pochi anni fa impensabili. Negli ultimi mesi le idee nel campo della medicina, ad esempio, hanno coinvolto prima la produzione di farmaci, poi di protesi auricolari. Ma si potrebbe presto andare anche oltre: alcuni ricercatori stanno infatti lavorando alla realizzazione di un materiale con il quale realizzare veri e propri organi sintetici pienamente funzionanti.

Presso la Iowa University, infatti, un gruppo battezzato Advanced Manufacturing Technology è all’opera per individuare una soluzione tecnologica in grado di permettere la stampa in tre dimensioni di organi da impiantare all’interno del corpo umano. Il tutto passa attraverso l’individuazione delle giuste sostanze per creare quello che può essere definito un “bio-inchiostro“, un materiale che mostri contemporaneamente le giuste proprietà per essere utilizzato in stampanti 3D e la capacità di fungere da contenitore per un organo umano.

Fine ultimo del gruppo è produrre organi entro 5 o al massimo 10 anni, permettendo alla medicina di compiere un deciso passo in avanti nella direzione di un futuro sicuramente più semplice per tutti coloro che necessitano di trapianti. Poter usufruire di organi realizzati in laboratorio, pienamente funzionanti e compatibili con i pazienti che ne hanno bisogno, potrebbe infatti significare una vera e propria rivoluzione nel campo medico, con la tecnologia ancora una volta protagonista di tale cambiamento.

Spostando invece l’attenzione sul breve termine, una dimostrazione delle potenzialità delle stampanti 3D giunge dall’approvazione da parte degli enti competenti di un progetto volto alla realizzazione di una protesi per la scatola cranica di un pazienti utilizzando tale tecnologia. Entro breve, infatti, il cranio danneggiato di un paziente sarà sostituito per il 75% da una versione artificiale prodotta in laboratorio utilizzando materiali che rispetto a quelli adottati di norma per tali operazioni si è dimostrato essere maggiormente flessibile e versatile.

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