Mi manda Uribu

Uno staff giovanissimo e tutto italiano per una piattaforma di denuncia open source. Il modello? Due trasmissioni televisive.
Uno staff giovanissimo e tutto italiano per una piattaforma di denuncia open source. Il modello? Due trasmissioni televisive.

Abusi, ingiustizie, sprechi, malaffare. È nata sul Web italiano la versione wiki di “Striscia la notizia”: Uribu. Il suo obiettivo è raccogliere le denunce in forma anonima di problemi legati alla sanità, all’istruzione, ai trasporti o altri ambiti.

L’idea di creare una piattaforma open source per la catalogazione dei soprusi individuati da tanti italiani indignati e stanchi di stare a guardare è venuta ad uno staff di quattro giovanissimi, tra i 17 e i 23 anni, Andrea, Carlo, Alessio e Andr3a92, i quali stanno cercando finanziamenti e iscrizioni per fare massa critica e dare corpo al progetto. Uribu dovrebbe vedere la luce poco prima di Natale.

Uribu prende la tecnica di Wikileaks, il modello di successo mainstream della famosa trasmissione Mediaset e l’impronta dell’altrettanto storica “Mi manda Rai Tre” (cui forse potrebbe somigliare di più).

Se per te l’abbandono di un cane, il maltrattamento di un disabile, la sosta su uno scivolo del marciapiede o un semplice autista che non rispetta le fermate pubbliche e altri milioni di esempi sono azioni normali, chiudi pure questo sito. In caso contrario se credi che il rispetto, la giustizia siano fondamentali rimani pure e aspetta la nascita di Uribu.

Uribu è per il momento soltanto una home page indaco, con un paio di centinaia di iscritti, ma potrebbe rivelarsi una buona idea nei tempi della cittadinanza attiva. Occorre verificare quanto reggerà la logica wiki alla base del progetto: denuncia in forma anonima, partecipazione nella diffusione della documentazione, finanziamento con micro-donazioni.

Ovviamente spetterà agli stessi utenti sia l’inserimento dei dati che il loro controllo, secondo la logica per cui le notizie false o pretestuose verranno ripulite grazie alla massima trasparenza di tutto il processo. E ce ne sarà bisogno, perché il rischio di finire dentro un tunnel dove si sente solo chi urla più forte (che dica il vero o meno) è altrimenti molto concreto. E il progetto finirebbe suo malgrado nella galleria dei qualunquismi e delle bufale della Rete.

Così gli ideatori commentano sul sito milanese Linkiesta:

Uribu nasce in un periodo molto difficile per l’Italia. Un periodo dove molto spesso a rimetterci per gli sbagli fatti da altri sono proprio la maggior parte dei cittadini, che possono solo piegarsi e abbassare la testa. Per questo Uribu è un sito di denuncia. Denuncia di tutto quello che ci accade di negativo ogni giorno. È una civetta che sta ferma, guarda, ascolta, ma poi racconta e dice la sua. Uribu vuole cambiare il concetto del diritto, dell’uguaglianza e della giustizia sul web: se ti hanno tolto la parola fino ad ora è arrivato il momento di riprendertela.

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