Microsoft e Wal-Mart accusati di stregoneria

Potrebbe sembrare anche divertente se il giudice incaricato di gestire la causa non si fosse rifiutato di archiviarla e non avesse deciso di verificare che le improbabili accuse di controllo della mente e magia di un canadese non siano veritiere
Potrebbe sembrare anche divertente se il giudice incaricato di gestire la causa non si fosse rifiutato di archiviarla e non avesse deciso di verificare che le improbabili accuse di controllo della mente e magia di un canadese non siano veritiere

Sembra essere meno divertente di quanto non sembri il curioso caso di un uomo canadese che ha citato in tribunale Microsoft, Wal-Mart e molti altri grandi nomi chiedendo 2 miliardi di dollari di risarcimento per tutto il lavaggio del cervello e il controllo mentale che tali compagnie gli avrebbero imposto.

Per essere precisi le accuse non si limiterebbero solo al controllo mentale esercitato sull’accusante, ma si allargherebbero anche ad altre tematiche quantomeno “inusuali” (quali rituali satanici e stregoneria) e ad illustri entità quali la Polizia Reale del Canada, la compagnia telefonica Telus, l’Università di British Columbia e il Bc College di Medicina e Chirurgia.

L’uomo, che si chiama Jerry Rose e risiede a Nanaimo nello stato di British Columbia, assieme al suo avvocato ha presentato ben due pagine piene di accuse nelle quali afferma chiaramente di «essere stato vittima di tecnologie invasive mirate a interfacciarsi con il suo cervello, di ricerche, esperimenti e chirurgia contro il suo consenso». La cosa più clamorosa, però, è nel fatto che il giudice incaricato di regolare il caso non abbia immediatamente archiviato il tutto.

Fraser Wilson infatti, nonostante abbia ammesso che non si tratta certo di una causa comune, si è rifiutato di chiuderla a prescindere. Il punto è che vuole avere un dibattito prima di dichiarare false le accuse. Di fatto dunque con simili affermazioni ha chiuso la porta in faccia ai 5 importanti avvocati delle grandi compagnie presentatisi a smontare la denuncia.

Maggiori informazioni ci arrivano però dall’avvocato assunto da Microsoft, Jennifer Millbank, la quale sostiene che nei fogli d’accusa non sono assolutamente specificate le modalità con le quali l’attacco avrebbe avuto luogo, nè quando o dove. Ovviamente la società specifica anche di non aver mai avuto contatti con l’uomo in questione.

I 2 miliardi di risarcimento inoltre dovrebbero coprire anche il danno procuratogli dalla sottrazione di una non ben specificata tecnologia da lui inventata. Jerry Rose sostiene di avere le prove di tutto quel che dice e soprattutto di continuare ad essere vittima di controllo mentale da parte degli imputati con lo scopo di fargli ritirare tutte le accuse.

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