Microsoft porta i Pointer Events in Blink

Microsoft aggiornerà il suo modello di input per supportare anche il nuovo motore di rendering scelto da Google per Chrome.
Microsoft aggiornerà il suo modello di input per supportare anche il nuovo motore di rendering scelto da Google per Chrome.

A settembre Microsoft aveva sottoposto al W3C la sua tecnologia Pointer Events, con la quale i siti Web possono accettare input da differenti sorgenti (touch, stilo, mouse e tastiera). Sei giorni fa, il W3C ha assegnato ai Pointer Events lo stato di Candidate Recommendation, un ulteriore passo verso la definitiva standardizzazione. Per questo motivo, l’azienda di Redmond ha deciso di aggiungere il supporto a Blink, il nuovo motore di rendering che verrà utilizzato nelle future versioni di Chrome.

Nel mese di dicembre 2012 Microsoft aveva pubblicato un patch per consentire agli sviluppatori WebKit di aggiungere il supporto ai Pointer Events nelle applicazioni HTML5 e nei siti Web. A sorpresa, all’inizio di aprile, Google ha annunciato l’abbandono di WebKit in favore di Blink, che diventerà il motore di rendering del suo browser a partire dalla versione 28 attesa per metà giugno. L’azienda di Redmond ha comunicato che la tecnologia verrà adattata per supportare anche Blink, pur continuando allo sviluppo della versione WebKit.

Pointer Events è il modello di input integrato in Internet Explorer 10 su Windows 8 e in Windows Phone 8 che permette di realizzare siti Web in grado di “leggere” i click del mouse, il tocco delle dita e la punta di una stilo. Pointer Events quindi unifica in modo elegante le interfacce di differenti tecnologie di input, semplificando il carico di lavoro per gli sviluppatori e riducendo la complessità del codice.

L’intenzione di implementare una versione specifica per Blink non significa automaticamente che Google accetterà di integrarne il supporto in Chrome. Tuttavia ci sono buone probabilità che ciò accada, essendo l’azienda di Mountain View uno dei sostenitori, insieme a Mozilla, Opera e Nokia. Questa è un classico esempio della collaborazione chiesta da Larry Page durante il Google I/O di ieri sera.

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