NASA: danni alla colonna vertebrale nello spazio

Trascorrere molto tempo nello spazio causerebbe gravi danni alla colonna vertebrale: sarà necessario tenerlo in considerazione per le missioni verso Marte.
Trascorrere molto tempo nello spazio causerebbe gravi danni alla colonna vertebrale: sarà necessario tenerlo in considerazione per le missioni verso Marte.

La corsa a Marte è ufficialmente iniziata, con realtà come SpaceX che puntano a portare l’uomo sul pianeta rosso entro una manciata di decenni. Nel presentare il progetto, Elon Musk, ha affermato senza giri di parole che i primi esseri umani coinvolti nelle spedizioni dovranno essere pronti a tutto, anche a morire. Un ulteriore studio ha ipotizzato il rischio di riportare gravi danni alla salute connessi alla prolungata esposizione alle radiazioni cosmiche.

Oggi si parla di una nuova ricerca, condotta dalla NASA, che afferma come sia stata rinvenuta una correlazione tra la permanenza nello spazio e i problemi alla colonna vertebrale. Più nel dettaglio, restare per lungo tempo in assenza di gravità o in un ambiente a microgravità causerebbe l’atrofia dei muscoli e, di conseguenza, l’insorgere del danno. Sono stati presi in considerazione i dolori alla schiena e le infiammazioni ai dischi intervertebrali manifestati da sei astronauti che hanno passato dai quattro ai sette mesi a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, successivamente sottoposti a MRI (risonanza magnetica). Questa la dichiarazione del dott. Douglas G. Chang della University of California (San Diego), che con il suo team ha lavorato allo studio.

La ricerca potrebbe fornire informazioni fisiologiche utili per preparare una missione dell’uomo su Marte.

Secondo i ricercatori, gli astronauti corrono solitamente il rischio di manifestare un’ernia nei mesi successivi ad una missione. Un altro cambiamento rilevati nei loro corpi è un incremento dell’altezza pari a circa due centimetri, ovviamente dovuto all’assenza di gravità a bordo della ISS. Le analisi condotte, inoltre, hanno evidenziato una riduzione pari al 19% nella capacità funzionale dei muscoli della zona lombare, ristabilita (ma non completamente) dopo due mesi di percorso riabilitativo.

Nel corso di una lunga missione spaziale (nel caso di Marte si parla di anni lontani dalla Terra) potrebbe dunque tornare utile dedicare del tempo all’esercizio fisico. Secondo Chang, questo richiederà la progettazione di apposite apparecchiature da installare a bordo.

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