NASA: droni per esplorare Titano di Saturno

La NASA progetta di esplorare e ricercare la vita su Titano, il satellite più grande di Saturno, con l'ausilio di droni nucleari e speciali sottomarini.
La NASA progetta di esplorare e ricercare la vita su Titano, il satellite più grande di Saturno, con l'ausilio di droni nucleari e speciali sottomarini.

Tra gli astri che compongono la nostra galassia, Titano – il più grande satellite naturale di Saturno – ha da sempre affascinato gli scienziati. Nonostante si caratterizzi per una temperatura oltre i -180 gradi, la geografia complessa che vagamente ricorda la Terra così come la presenza di laghi di idrocarburi, potrebbero forse ospitare qualche forma elementare di vita. Ma come analizzarne la superficie? Con i droni, almeno stando a una recente idea targata NASA.

Sebbene la missione Cassini-Huygens abbia già coinvolto Titano, tra gli obiettivi target non vi è stata la ricerca di forme di vita. La NASA ha quindi intenzione di avviare una nuova spedizione, che non coinvolga direttamente personale umano ma macchine dalla sufficiente resistenza, anche per non soccombere alla particolare atmosfera del satellite. Così l’agenzia a stelle e strisce, in un ottica di esplorazione futura, ha pensato di premiare due progetti preliminari con la ragguardevole somma di 100.000 dollari ciascuno.

Il primo di questi progetti è stato presentato dal Jet Propulsion Lab della stessa NASA: chiamato “Titan Aerial Daughtercraft”, prevede l’associazione di una struttura orbitante e di un piccolo drone a quattro eliche, alimentato a propulsione nucleare e capace di scendere sulla superficie semi-liquida del satellite per analizzarne la composizione. Sfruttando per l’atterraggio degli speciali palloni aerostatici, che tendono ovviamente a tenere in considerazione la bassa gravità dell’astro, e la propulsione per il ritorno, a intervalli regolari il velivolo sarebbe in grado di consegnare alla mothership i dati raccolti e fare rifornimento di carburante.

Mare di Kraken

Mare di Kraken

La seconda idea è stata invece sviluppata dal Glenn Research Center e si basa su uno speciale sottomarino, in grado di esplorare in profondità il mare Kraken al polo nord del satellite, una grandissima estensione di liquidi che, almeno stando alle misurazione dei riflessi agli infrarossi sulla superficie, sarebbe ricca di idrocarburi come etano, metano e propano.

La strada è tuttavia ancora molto lunga. Le due proposte fanno infatti parte dell’Advanced Concepts Program, una raccolta di 12 idee innovative per la NASA del futuro. Stanziati questi 100.000 dollari, i progetti entreranno ora nella seconda fase di studio, della durata di 12 mesi: se le intuizioni geniali troveranno conferma, verranno stanziati altri 500.000 dollari per un ulteriore biennio di ricerca.

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