Niente Scarabeo su Facebook

Il noto gioco da tavolo nella sua versione per Facebook è al centro di una querelle legale che dimostra come il problema delle versioni immateriali di prodotti coperti da copyright va ben oltre il settore della musica e del cinema
Il noto gioco da tavolo nella sua versione per Facebook è al centro di una querelle legale che dimostra come il problema delle versioni immateriali di prodotti coperti da copyright va ben oltre il settore della musica e del cinema

Intorno al gioco dello Scarabeo si sta alzando un polverone che in una curiosa maniera dimostra come i problemi affrontati negli ultimi anni dalle case discografiche e più di recente dagli studi hollywoodiani si possono riproporre in tante chiavi differenti.

Tutto comincia quando all’interno di Facebook qualcuno programma un’applicazione che consente di giocare a Scarabeo contro i propri amici. Il gioco piace e molto e lo Scarabeo per Facebook raggiunge anche i 500.000 utenti giornalieri diventando la decima applicazione più popolare del social network. Un monte utilizzatori che non può non giungere alle orecchie della Hasbro e della Mattel, le due case che detengono il copyright del gioco in diversi paesi.

Come a suo tempo le etichette discografiche, anche le due compagnie nell’intento di difendere i propri interessi mandano un avviso di “cease and desist” a Facebook, colpevole di guadagnare circa 25.000 dollari al mese dalla pubblicità contestuale al gioco (secondo stime delle due compagnie). La rabbia dei giocatori è istantanea e sempre all’interno del social network si crea un gruppo “Save Scrabulous” che conta più di 4.000 adepti. Inoltre vengono linkati i siti del costumer service di Hasbro e Mattel per facilitare l’invio di mail di protesta, ma nulla sembra cambiare.

Nessuna delle due compagnie sembra rendersi conto che molte persone stanno approcciando il loro gioco online, una cosa che potrebbe risultare in promozione se non più vendite del gioco da tavolo, ma anche essere una forma di reddito parallelo. Come già si dice per la musica, il business immateriale non deve necessariamente essere antitetico a quello reale e, anche se apparentemente sembra gratuito, le forme di revenue si possono trovare.

Conoscendo però la politica di Facebook già applicata a casi simili ben presto l’applicazione sarà rimossa, e in molti giurano che uno dei motivi che guida le azioni di Hasbro e Mattel è che stiano mettendo a punto una loro versione online del gioco. Ma il successo raggiunto con il social network dovrebbe mettere sul chi va là e spronare i produttori a muoversi su più terreni e in particolar modo su quel terreno che ha già dalla sua parte delle reti di contatti stabilite.

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