Obama vuole chiudere il programma NSA (UPDATE)

Il discorso di Obama sulla NSA: forte revisione della raccolta dei metadati, ma riaffermata la centralità dell'agenzia.
Il discorso di Obama sulla NSA: forte revisione della raccolta dei metadati, ma riaffermata la centralità dell'agenzia.

Il presidente degli Stati Uniti interverrà oggi alle 17 (ora italiana) e annuncerà di voler chiudere il programma della NSA. L’indiscrezione, clamorosa, viene da un funzionario di stanza alla Casa Bianca ed è stata lanciata dalla AP. Se fosse confermata, vorrebbe dire che l’uomo più potente del mondo è intenzionato a fare il primo passo, una specie di disarmo della sorveglianza a livello globale.

Nel suo discorso al Dipartimento della Giustizia, Barak Obama proporrà una fase di sospensione dell’attività di raccolta a strascico dei metadati – consentita dal Patriot Act post 11 settembre – in attesa di trasferire questo compito a terze parti, come suggerito dalle raccomandazioni della task force da lui nominata per uscire dall’imbarazzo del Datagate. Contrariamente alle attese più tiepide, per il presidente USA la riforma dell’agenzia di sicurezza nazionale non potrà che comportare una interruzione e non una continuità di questo genere di attività.

Come potrebbe funzionare

Stando così le cose (e lo si scoprirà presto), se il governo americano dovesse modificare l’articolo 215 del Patriot Act questo non eliminerebbe certo lo strapotere tecnologico e spionistico della NSA, ma sul tema specifico della raccolta e conservazione dei metadati telefonici il cambiamento sarebbe radicale: la FISA, la corte delegata alle richieste dei dati di cittadini americani da parte dell’agenzia, non sarà più soltanto un passacarte e dovrà chiedere questi dati alle compagnie telefoniche o a chiunque avrà l’onere di conservarli prima di consegnarli alla NSA.

Molti sostenitori della battaglia di Edward Snowden sono sempre stati convinti che spostare i dati fuori dal controllo diretto del governo potrebbe ridurre il rischio di ricerche non autorizzate o troppo larghe, tuttavia è anche vero che gli operatori di telefonia si sono sempre detti preoccupati dell’eccessiva responsabilità di conservarli ad uso della sicurezza nazionale, perché ritengono – non del tutto a torto – di essere bersagli più facili per intruders e crackers.

Nulla è già deciso, non è neppure dato di sapere se questo tipo di riforma abbia bisogno di un passaggio al Congresso, al momento gli enormi data center dell’agenzia continueranno a conservare questi dati perché nessuno può chiedere loro di distruggerli anzitempo. La deadline è comunque il 28 marzo, data dopo la quale cambieranno in ogni caso le modalità di conservazione.

AGGIORNAMENTO (18:00)

Il presidente Obama ha sostanzialmente confermato le attese nel suo discorso (qui integralmente riportato dal Washington Post), anche se non sono mancanti commenti negativi, perché al di là della notizia, certamente importante, della revisione della raccolta dei dati da parte della NSA, non sembra esserci un vero limite concreto alla sua azione legale.

Barack Obama ha ammesso i problemi emersi dalle rivelazioni di Snowden:

Credo che i critici abbiano ragione nel sottolineare che, senza adeguate garanzie, questo tipo di programma potrebbe essere usato per raccogliere informazioni sulle nostre vite private, e aprire la porta a programmi di raccolta di massa più intrusivi. Hanno inoltre sottolineato giustamente che, sebbene il programma di raccolta di massa era soggetto al controllo della Corte Foreign Intelligence Surveillance ed è stato ripetutamente autorizzato dal Congresso, non è mai stato oggetto di forte dibattito pubblico.


Meno convincenti le rassicurazioni sulla raccolta a strascico e le implicazioni con i cittadini non americani:

In termini di raccolta di massa, le agenzie di intelligence statunitensi useranno questi dati solamente per soddisfare specifici requisiti di sicurezza: controspionaggio; antiterrorismo, contro-proliferazione; cybersicurezza; protezione per le nostre truppe e alleati e lotta contro criminalità transnazionale. Inoltre, facciamo il passo senza precedenti di prorogare talune protezioni riservate al popolo americano nei confronti dei cittadini all’estero.


Il bilancio del discorso presidenziale? Limitazioni nel periodo di conservazione, addio all’articolo 215 del Patriot Act, ma anche la riaffermazione della centralità dell’attività di intelligence e la famosa mentalità della supremazia politica americana:

Permettetemi di essere chiaro: non possiamo unilateralmente disarmare le nostre agenzie di intelligence. C’è un motivo per cui blackbarries e iPhone non sono ammessi alla Situation Room. Sappiamo che i servizi segreti di altri paesi – tra cui alcuni che fingono sorpresa per l’informativa Snowden – sondano costantemente le nostre reti governative e del settore privato e accelerano programmi per ascoltare le nostre conversazioni, intercettare le nostre email, o compromettere i nostri sistemi. Nel frattempo, un certo numero di paesi, tra cui alcuni che hanno fortemente criticato la NSA, riconoscono in privato che l’America ha responsabilità particolari come unica superpotenza del mondo, che le nostre capacità di intelligence sono fondamentali per soddisfare queste responsabilità, e che essi stessi hanno fatto affidamento sulle nostre informazioni per proteggere il proprio popolo.

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